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Zuniga a 360°: “Dai fischi del San Paolo al saltello anti-Juve”

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Juan Camilo Zuniga, fermo ai box per infortunio, ha rilasciato una lunga intervista al “Corriere dello Sport”: ”Penso di essere pronto entro un mese. Il programma di recupero procede bene. Non voglio accelerare, ma ho fretta: ho perso già troppe gare. Il 15 dicembre arriva l’Inter e io a Mazzarri posso solo dire grazie: perché mi ha cambiato, credendoci quasi più di me. Io neanche ci pensavo che un giorno sarei diventato un esterno di sinistra. Mi ha martellato, mi ha trattato come si fa con i bambini alla scuola calcio: vieni qua, ci si mette così, questa è la diagonale, calcia…Un giorno ero sfinito, in confusione totale: lo pregai, “mister lasci stare, non ci riesco, non ce la faccio”. Erano i suoi primi mesi, il San Paolo mi fischiava, non mi ero presentato bene, non piacevo. Ma lui decise per me: si fa in questo modo e fino a quando ormai era buio, allenamenti sulla tecnica, sulla postura. Le voci sulla Juventus ed il mio saltello in campo? Si erano dette e scritte tante cose, vivevo un momento difficile e il cervello frullava: io dovevo rispetto alla società, con la quale però non si riusciva a trovare un’intesa. Ne dovevo alla gente, ne dovevo anche a me. Sentivo l’altoparlante che ci chiamava uno ad uno, venne fischiato Gargano – fiuuuuu – ma quando entrai io – fiuuuuu, fiuuuuu – non smettevano. E ogni volta che toccavo il pallone. Non pensavo di giocare, dopo quell’accoglienza. Ma Benitez scelse bene: scaldati, vai dentro. Dissi a Insigne dammi il pallone. Ero bello carico. Ricordo tutto, feci pure un gran gol, mi sentii liberato, potevo buttare fuori tutto quello che avevo accumulato. E mi venne la danza. Io ho sempre saputo che quei fischi erano d’amore, un modo per contestare l’eventuale mio addio. Napoli? Io qua ci sono stato sempre bene, mia figlia è nata qui, e io con questa maglia sono cresciuto e sono diventato qualcuno che ha avuto mercato per un’estate intera, che è stato accostato a club di una importanza enorme. Ma lo è anche il Napoli. E lo è sempre di più. Ho preso casa a Posillipo, ci vivo benissimo, panorama fantastico: sento l’affetto della gente, il loro calore. Un regalo è a loro dovuto. Meglio non fidarsi del Napoli. Barcellona e Real? Io ho rinnovato per il Napoli e non sarebbe giusto ora sbilanciarsi su ipotesi che non esistono. Però sono coerente e so che nel calcio la cessione è dietro l’angolo: potrebbe accadere o anche non succedere, ma è impossibile pensare di prevedere il futuro. E onestamente aggiungo anche: Barcellona e Real Madrid sono il sogno di qualsiasi calciatore.Scudetto o Champions?  Tutti e due… Nelle ultime quattro stagioni, con l’arrivo di Mazzarri, sono stati fatti enormi progressi; con l’avvento di Benitez, abbiamo acquisito una dimensione internazionale; con l’acquisto di Reina, di Higuain, di Albiol, di Callejon, abbiamo in squadra gente che sa cosa significhi vincere nella Liga, nel Mondiale, all’Europeo e come sopportare le tensioni dell’alta classifica. Ci hanno dato certezze, perché loro hanno nel sangue la capacità di imporsi. Sarà dura batterci, anche se è buffo dirlo ora che siamo reduci da una sconfitta. Ma abbiamo perso contro la Juve, i più forti del campionato: due scudetti non li hanno placati, hanno ancora quella sana cattiveria agonistica. Rivali per lo scudetto? Ci sono anche l’Inter, la Roma e soprattutto la Fiorentina: mi piace molto come gioca, mi diverte, interpreta il calcio come me, in allegria. Un tunnel mi piace più d’una copertura difensiva. Io sono un uomo fortunato, faccio il lavoro che voglio: e scusatemi se lo chiamo lavoro. Lavezzi? Con il Pocho eravamo sempre assieme, sempre. Siamo amici e ci sentiamo, tante volte. Un ragazzo straordinario, che me ne ha combinate di tutti i colori. Ogni giorno c’era uno scherzo da evitare: e adesso, quelli che lui faceva a me io li rifilo ad Armero”

 

Fonte: Corriere dello Sport

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