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Amir Rrahamni: “Se non fossi venuto in Italia, sarebbe stato complicato firmare per il Napoli”

Napoli

Il difensore del Verona già bloccato dal Napoli Amir Rrhamani , ha parlato sull’account Instagram del club sclaigero. ecco quanto dichiarato: ” Abbiamo fatto ieri i tamponi: ho rivisto anche Pessina, mi era mancato molto.

Da ieri abbiamo ricominciato un po’ a vivere la nostra vita, com’era prima”.

In questi giorni sto provando ad allenarmi sappiamo tutti che è diverso rispetto ad allenarsi con la squadra. È più difficile, mancano le motivazioni.


“Parlo pure altre lingue come l’ albanese, croato e inglese. Le parlo tutte meglio dell’italiano.


In ritiro mi conoscevano poco, perché era una nuova esperienza, e credo di essermela cavata bene. Ho dato il massimo, penso sia questo il mio segreto.


La Serie A la guardavo da piccolo. Quando sei più giovane ti sembra difficilissima, ma quando ti senti pronto non è così complicato.


La differenza tra le tifoserie di Hellas e Dinamo Zagabria sono queste: I tifosi dell’Hellas hanno sperimentato la Serie B, mentre la Dinamo vince spesso il campionato. Ma entrambe le tifoserie sono molto calde. Quando giocammo in Europa League lo stadio era stracolmo, così come in Champions. A Zagabria è così”.


Quando il Napoli ha manifestato il suo interesse ho parlato con il mister e D’Amico, che mi hanno chiesto di restare concentrato sulla squadra. Io ho dato garanzie, voglio sempre dare il massimo.


Le tre caratteristiche dell’ Hellas Verona sono queste: Al primo posto metto il gruppo: non pensiamo agli interessi personali, ma al collettivo. Poi il lavoro: abbiamo sempre fatto allenamenti duri, in ritiro e durante la settimana. E infine l’unione con i tifosi, anche quando perdiamo ci fanno sentire il loro appoggio.

Le partite migliori sono state queste quest’anno
“Direi quella con la Juve e il secondo tempo contro il Torino.


Non saprei dire quale partita sia stata la migliore che ho giocato , sinceramente. Quella con l’Udinese in casa, forse. O le sfide contro Genoa e Sassuolo”.


“Se giochiamo (ride, ndr). Fare punti, provare ad andare in Europa. Ma la cosa più importante è dare il massimo questi sono i miei obiettivi.

La mia miglior qualità e il mio difetto sono questi:
i duelli aerei sono un punto di forza, faccio fatica a pensare ad un difetto. Forse devo migliorare un po’ la mia esplosività.

I tre difensori più forti della Serie A per me sono
“Kumbulla, Gunter e Bocchetti (ride, ndr)”.


Io sono tifoso dell’Arsenal Thomas Vermaelen era il mio preferito. Era un giocatore speciale: pensavo potesse fare qualcosa in più, ma ha avuto molta sfortuna. Dopo il passaggio al Barcellona si è un po’ fermato, ma mi è sempre piaciuto. Aveva capacità da leader che non tutti hanno.

Gli attaccanti più forti della Serie A sono
Ronaldo, Gervinho e Boga. Non saranno i più forti, ma sono quelli che mi hanno messo più in difficoltà: veloci e troppo forti tecnicamente. Di Boga ho visto anche qualche partita al Chelsea, è veramente difficile da marcare.


In questa stagione all’ Hellas, mi rimarrà il fatto che siamo partiti senza che nessuno credesse in noi, per questo sono felice di aver fatto una stagione così. Non credevamo nemmeno noi potessimo fare così bene”.


Su di me ho sentito solo belle parole: dicono che sono forte, poi hanno iniziato a chiamarmi ‘muro.


Negli ultimi cinque anni ho sempre indossato il numero 13, puree in nazionale. Qualcuno crede che porti sfortuna, io voglio dimostrare il contrario.


Avrei giocato in Champions con la Dinamo Zagabria, ma il campionato croato è di livello inferiore rispetto alla Serie A e ho scelto Verona. Poi non avrei potuto firmare con una squadra con il Napoli: fossi rimasto in Croazia sarebbe stato tutto più complicato”.

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Claudio Gervasio nato a Napoli. Ha conseguito il diploma di Liceo Lingustico, la laurea in scienze della Comunicazione all'Unisob con master di Scienze Investigative Criminologiche e politiche della Sicurezza. Appassionato di giornalismo, è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24