Il responsabile medico dello staff del Napoli Alfonso De Nicola è intervenuto ai microfoni di Mediaset Premium e di Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco le sue dichiarazioni: “Se è successa la tragedia di Astori, può capitare. Questo deve essere uno stimolo per tutti bisognerà investire sulla ricerca per prevenire queste situazioni. Non conosco nel dettaglio il caso Astori e quindi parlo in generale dicendo che in Italia questa patologia rispetto ad altri paesi si studia in maniera più approfondita. E’ durissimo apprendere una notizia del genere nel nostro settore. All’estero queste cose succedono con più frequenza. Con molta frequenza potrebbe succedere che dopo una piccola infezione ai denti o al cavo orale può venire un’infezione più pesante ai reni, oppure un’endocardite batterica. Quest’ultima è asintomatica, vuol dire che se faccio la prova da sforzo, non vedo nulla. Non si riesce a capire se c’è o no. Quando muore un calciatore, la prima cosa che viene a noi medici e che abbiamo fallito. Noi medici a volte non siamo messi nelle condizioni giuste per lavorare in serenità. In questi casi l’autopsia andrebbe fatta per capire le cause e non per individuare i colpevoli. Ogni tanto non sono d’accordo con l’intervento della magistratura. Non siamo infallibili e qualche volta ci sono delle patologie che non possono essere rilevate. Sono da anni che lavoriamo sul DNA e spingiamo per il passaporto ematico. I controlli cardiaci ai giocatori vengono svolti con cadenza semestrale e quelli ematici ogni tre mesi, tranne casi particolari. La legge prevede l’idoneità medico-sportiva ogni anno che prevede una prova sotto sforzo ecocardiogramma che escludono le patologie più grosse ma non subdole, genetiche”.
