Home Terza pagina Zenga spazza i sogni Sampdoria: “Balotelli fuori portata, Cassano fuori progetto”

Zenga spazza i sogni Sampdoria: “Balotelli fuori portata, Cassano fuori progetto”

zengaZenga chiude definitivamente le porte della Sampdoria a Balotelli e Cassano: “Mario fuori dalla nostra portata, a Cassano ho spiegato che il progetto non lo prevede”.

La Sampdoria post-Mihajlovic riparte da Walter Zenga. E lo fa con due no decisamente pesanti. Il nuovo tecnico blucerchiato infatti, in una lunga intervista concessa a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha definitivamente chiuso le porte sia all’eventuale acquisto di Balotelli che, soprattutto, al ventilato ritorno di Cassano a Genova.

“Non abbiamo mai pensato a Balotelli, è fuori dalla nostra portata. Al massimo possiamo dargli una maglia, le scarpe e l’emozione di entrare a Marassi e sentire i tifosi del Doria che cantano. Cassano invece l’ho chiamato io – e non so quanti allenatori l’avrebbero fatto – e gli ho detto: “Antonio, uno come te non si può discutere, Ma noi abbiamo un progetto e il nostro progetto si chiama Eder, Muriel, Correa, Bonazzoli, Okaka”, rivela Zenga.

Che, quindi, sembra invece intenzionato a puntare ancora sull’ex attaccante della Roma anche se: “Gli ho detto: “Stefano, anzitutto impara a concentrarti su quello che ti piace, non solo su quello che non ti piace. E poi cerca di capire cosa vuoi fare, non con la Samp ma con la tua vita: decidi, e poi vai dietro a quella decisione”. Può farlo anche in scadenza di contratto, per un allenatore questa non è una pregiudiziale, però poi bisogna capire anche cosa pensa il club”.

Club nel quale Zenga è tornato come allenatore dopo avere scritto pagine di storia da giocatore negli anni ’90: “A chi ricorda che ho sempre detto che la mia casa è l’Inter, rispondo che ero all’apice della carriera nerazzurra quando presi un aereo per andare a vedere la finale di Coppa campioni della Samp. All’Inter non penso più, davvero: lo dico senza amarezza, lo dico perché per me la Samp è un punto d’arrivo. E perché oggi sono felice, di quello che ho e di quello che sto facendo, molto felice.

Sono fatalista quando ripenso che quest’inverno ho rifiutato la Serbia che era stata di Mihajlovic e ora mi siedo sulla sua panchina. E sono ancora più fatalista dal 4 maggio, quando prima della partita di Zanetti a San Siro ho incontrato Ferrero nell’hotel del ritiro. Lui è molto simile a me: è uno vero, quello che dice fa, e due persone vere fanno grandi cose insieme. Anche a lui non frega niente dei luoghi comuni. Anche di lui dicono che è difficile, perché in troppi parlano senza sapere, giudicando da fuori. Ma come diceva Charlie Chaplin, “Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione”, tanto quella ti resta appiccicata addosso“.

Un allenatore senza la camicia: “Mi rivedo in Sarri, è come me, ce la siamo andata a comprare. In Italia avevo fatto bene, sia a Catania che a Palermo, e avevo già avuto altre proposte per tornarci. Ma non voglio in nessun modo vivere questa chance come una garanzia, e per questo ho voluto firmare solo per un anno: per non sentirmi un peso per nessuno, mai”.

L’obiettivo della Sampdoria per la nuova stagione d’altronde è chiaro: “Voglio una squadra che sa stupire. Con due leggi: la palla non è mai fuori, la partita non è mai finita. Gli obiettivi sono tre: qualificarsi ai gironi di Europa League; fare 40 punti il prima possibile e a quel punto vedere quante partire restano; considerare la Coppa Italia un percorso che con quattro partite può portarti ad una finale”.

Quindi si torna al capitolo mercato: “Non c’è nulla che mi faccia pensare che Eder e Soriano possano essere ceduti. Tutti i tecnici parlano con i giocatori che vorrebbero allenare. E mi sa che anche il Mancio è stanco di sentirsi dire ‘sta roba, infatti ripete che ha finito la ricarica del telefonino.

A Zukanovic ho detto solo la verità. Fernando è un centrocampista di qualità, ma sempre aggressivo, cattivo. Senza Eto’o la Sampdoria perde un giocatore esperto, carismatico, vincente ma guadagna la possibilità di far giocare di più uno come Correa, che è il suo futuro.

Fosse per me, arrivato alla Samp, avrei detto: quest’anno giochiamo con il 4-3-3, però io gli uomini perfetti per il 4-3-3 non li ho, ma ho Correa dunque come sempre mi regolo sui giocatori che ho e penso al 4-3-1-2. Con il massimo rispetto per chi invece si basa solo su un sistema”.

La chiosa di Zenga, invece, è dedicata al campionato che sta nascendo in queste settimane: “La Juve deve compensare agli addii di Tevez e Pirlo con le motivazioni ma credo anche che le milanesi faranno bene, e non perché gli allenatori sono due amici.

L’Inter mi pare molto più forte dell’anno scorso, quando cambi tanto ti serve tempo per mettere a posto la macchina, ma non ha le coppe e ha l’entusiasmo portato dall’arrivo di Kondogbia. Bisogna vedere come sarà completato il Milan. 

Alla Roma manca un centravanti ma lo prenderà, dipende quale. Sarri farà bene, anche se lo aspetta un compito delicato: eliminare le scorie negative di Higuain. Per la Lazio non sarà facile ripetersi, ma Pioli penserà che sia possibile, dunque lo farà. E’ un altro che non è nato con la camicia”.

 

Articolo precedenteTuttoSport – Il Napoli continua a cercare Oikonomou: El Kaddouri o De Guzman per arrivare al greco
Articolo successivoBUONGIORNO – “La Rassegna Stampa del 17 Luglio 2015”
Testata Giornalistica sportiva on-line, aggiornamenti live h24 sulle vicende del Calcio Napoli e non solo...