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Tennis, prosegue il monologo serbo, quarto titolo per Djokovic a Bercy

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Nel tennis si viaggia molto, cambiano i posti, cambiano i palcoscenici, quello che non cambia mai in questo 2015 è il vincitore, Novak Djokovic, un uomo una sentenza. Non ci sono più parole per lui, alla continua ricerca della perfezione, ogni anno migliora sempre più e batterlo diventa sempre più difficile. A farne le spese è stato stavolta Andy Murray che nella finale di Parigi Bercy ha preso un 6-2 6-4 in un’ora e mezza di gioco, lo scozzese ha avuto una reazione nel secondo set ed è riuscito a mettere in difficoltà Djokovic per qualche game, poi però ancora una volta a fare la differenza è stata la solidità fisica e sopratutto “mentale” del serbo. La sua più grande forza è proprio quella mentale, lui sa di essere imbattibile, lui è sempre sicuro di se, lui è il numero uno del mondo, e anche quando non gioca bene o l’avversario prende il sopravvento, Nole è sicuro di poter vincere. C’era un solo tennista che negli ultimi anni era in grado di tenergli testa, sia fisicamente che mentalmente, era Rafael Nadal che con la sua grinta, la sua determinazione ed il suo cuore è stato in grado di sovrastarlo più volte, specialmente nel 2013 dove la ha battuto più volte e dove gli ha strappato il titolo di numero 1. Da quel momento però Nadal ha avuto solo problemi, infortuni e appendicite e quest’anno ha mandato in campo una sua controfigura, il serbo invece da quel 2013 si è migliorato sempre più fino a diventare una vera e propria macchina. Quarta vittoria a Parigi Bercy, mai nessuno aveva vinto 4 volte questo torneo, sesto master 1000 vinto quest’anno, mai nessuno era riuscito in un’anno a vincere 6 master 1000, 14 tornei giocati e 14 finali di cui 10 vinte. Numeri da fantascienza, adesso è rimasto un solo torneo, gli ATP finals, dove ci saranno solo i migliori 8, Novak cercherà di chiudere in bellezza un 2015 da dominatore assoluto. Speriamo però che nel 2016 Nadal torni a fare il Nadal perchè è uno dei pochi se non l’unico a poter porre fine a questo monologo serbo.

 

Fabio Festa

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