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Scudetto 2023, il regalo definitivo per una generazione che ha finalmente scoperto il “vero” sapore della vittoria

Dalle stalle alle stelle. Tifare Napoli durante gli anni ’90 e ‘2000 è stata impresa ardua anche per il più ottimista dei tifosi azzurri. Un trionfo dedicato a chi ci ha sempre creduto.

“Non abbiamo visto Diego, ma viviamo nel suo ricordo”. E’ stata questa forse una delle frasi più significative e ricorrenti pronunciata dalla maggior parte delle nuove leve dei tifosi del Napoli, i cosiddetti pre-millennials, prima della straordinaria ed epocale vittoria dello Scudetto 2022/23. Un’affermazione intrisa di rassegnazione mista a sconforto. E a ben vedere.

Quella nata tra fine anni ’80 ed inizio anni ’90 è stata, infatti, fra le generazioni più sfortunate in assoluto nella storia del club. Centinaia di migliaia di cuori azzurri troppo giovani per vedere e ricordare i magici successi del Napoli di Maradona, ma anzi cresciuti assistendo all’inesorabile declino della società partenopea. Una lenta agonia fatta di tappe dolorose, che ognuno lega ad un particolare ricordo della propria vita e che, pertanto, mai potrà dimenticare.

La cessione dei calciatori più forti e rappresentativi. La retrocessione in Serie B del 97/98 con appena 14 punti conquistati in totale (record negativo per l’epoca). La flebile speranza e la risalita nell’Olimpo della massima categoria, dopo i due anni trascorsi in cadetteria. La ricaduta nell’inferno della B arrivata, questa volta, all’ultima giornata di campionato. L’apice della crisi finanziaria. Il Napoli affogato dai debiti che, per oltre due anni, ristagna nella zona di centro-bassa classifica della seconda divisione italiana. Il fallimento, infine, nella calda estate del 2004.

Nonostante la decadenza ed il fallimento, quella generazione però non ha mai mollato ed ha supportato la squadra azzurra in quasi tutti i momenti più delicati. Non si è fatta attrarre dagli scintillanti e prestigiosi trofei conquistati in quegli anni dalle più blasonate squadre del nord, né tantomeno dalle altrui prese in giro, ed è sempre rimasta fiduciosa, quasi forse a presagire che da lì a poco qualcosa sarebbe cambiato e che le soddisfazioni sarebbero arrivate. E così è stato. Il resto è storia recente.

Il nuovo Napoli a gestione ADL, sorto dalle ceneri, è un altro pezzo della vita di tutti i sostenitori azzurri. Ha riacceso in tanti la vera passione così come la consapevolezza di essere sostenitori di una squadra gloriosa, anche se molto trascurata e sottovalutata nel panorama calcistico nostrano.

In quasi 20 anni tre Coppe Italia, una finale di Europa League solo accarezzata, una Supercoppa, ed un sogno sfiorato, quello Scudetto, che da sempre è stato la vera e propria chimera. Per la maggior parte di quella generazione di pre-millenials l’aspirazione più grande. L’ultimo ostacolo prima dell’apoteosi e del tripudio generale. Il trofeo più prestigioso e ambito, visto solo in tv in vecchi filmati di repertorio. Divenuto, dopo il finale di campionato del 2017/18, un’illusione probabilmente destinata a restare tale ed a non trasformarsi mai più realtà.

Poi c’è il Napoli di quest’anno, quello di Spalletti, che, dopo le aspre polemiche estive, forse nessuno avrebbe mai creduto divenisse così forte, soprattutto in un lasso di tempo tanto breve. Il resoconto offerto da questo campionato è stato a dir poco incredibile. Un torneo di fatto stracciato e concluso in trionfo dai partenopei con addirittura 5 giornate di anticipo. Qualcosa di sbalorditivo, non a caso celebrato da importanti testate straniere come The Guardian, o il New York Times (e molte altre), proprio perché non è cosa che accade abitualmente nel calcio.

L’attesa che dura da oltre trent’anni, trentatré per la precisione, alla fine è stata ripagata. Un titolo che sembrava irraggiungibile senza la straordinarietà e l’apporto del più grande calciatore di tutti i tempi. Ed è una nuova Napoli quella che ha aspettato e visto il terzo Scudetto. Cresciuta nel mito di Diego e cantando “Ho visto Maradona”, anche se in realtà il Pibe de Oro non l’ha mai visto. Dopo la chiusura del cerchio, però, quei ragazzi, che tanto più ragazzi non sono, sognano ora l’apertura di un ciclo. Da “Ho visto Maradona” a “Ho visto un grande Napoli”. Questa volta non è più un’utopia: Napoli per la terza volta nella sua storia è campione d’Italia e con sé i suoi giovani figli.

Gianmarco Apuzzo

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Gianmarco Apuzzo nato a Napoli il 23/05/1993. diplomato nel 2012 al Liceo Classico Umberto I di Napoli e poi laureato con lode nel 2018 alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. Grande appassionato di calcio (con particolare riferimento alle statistiche ed alla storia del calcio) e del Napoli è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24