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Napoli, storia di un sogno proibito chiamato Scudetto

Un sogno nel cuore infranto, l’ennesimo. Dopo averlo sfiorato nel 2018 il Napoli quest’anno ha accarezzato nuovamente il tricolore, venendo, tuttavia, meno nel momento chiave della stagione. Quella tra i partenopei e lo Scudetto è la storia di un rapporto maledetto. Sono passati 32 anni dalla vittoria dell’ultimo titolo, ma già prima dell’avvento di Maradona gli azzurri avevano più volte tentato di vincere il campionato senza successo: da metà anni 60′ e fino alla fine degli anni 80′, furono 11 i podi raggiunti dal Napoli, al quale, però, non è mai riuscito il colpo grosso.




Alla fine è calato il sipario anche su questo campionato di Serie A. Il Napoli, dopo aver chiuso in bellezza con 4 vittorie consecutive ed aver reso onore al campionato fino in fondo, è riuscito a centrare l’obiettivo fissato ad inizio stagione dalla dirigenza. Gli azzurri, offrendo tutto sommato buone prestazioni per quasi l’intero arco della stagione, sono riusciti finalmente a tornare in Champions League dopo 2 anni di assenza, garantendo, da un lato, alla società di incassare ricchi introiti (circa 40 milioni di euro) dalla qualificazione alla più prestigiosa competizione calcistica continentale per squadre di club e concedendo, dall’altro, alla piazza l’onore di poter sfidare alcune tra le più grandi squadre d’Europa.


Nonostante il traguardo raggiunto ed i buoni risultati ottenuti dai ragazzi di Spalletti, si respira aria di disillusione ed insoddisfazione nel capoluogo campano. I tifosi azzurri mugugnano, sono delusi, contestano e protestano nei confronti di chi ha dimostrato di potersi giocare il campionato ed invece ha staccato la spina quando c’era da aumentare i giri del motore. Il Napoli è, infatti, venuto meno nel momento cruciale della stagione: nel mese di aprile gli uomini di Spalletti hanno raccolto appena la miseria di 1 punto in 3 partite (sconfitte con Fiorentina ed Empoli e pareggio con la Roma), mandando in frantumi i sogni Scudetto della piazza. Al netto di un finale di stagione che ha sigillato terzo posto e, come già anticipato, il ritorno in Champions, sullo sfondo rimane il cruccio per non essere riusciti ad alzare l’asticella e restare aggrappati alle milanesi per riportare lo Scudetto in città dopo 32 anni.


Seppur con dinamiche differenti, ai supporters partenopei è sembrato di ritornare, quasi come un deja-vu, all’amara stagione 2017/18, quella dei 91 punti con Sarri in panchina e del sogno soltanto sfiorato. Anche in quel frangente prima la grande illusione e poi l’immancabile delusione: una cavalcata trionfale in campionato, condita da 27 successi 7 pareggi ed appena 3 sconfitte, interrotta nella giornata dell’indimenticabile Inter-Juventus (in cui si assistette all’inspiegabile mancata espulsione dello juventino Pjanic) e del tracollo di Firenze, la ciliegina tolta da una torta resa squisita da un ciclo scintillante tutto calcio champagne.




Quelle a cui si è fatto riferimento sono appena due delle annate “maledette” vissute dai calciatori partenopei, i quali hanno dimostrato, nel corso della propria storia, di avere un rapporto tutt’altro che semplice con lo Scudetto. A differenza di quanto si possa banalmente pensare nel guardare al solo palmarés, infatti, va ricordato che il Napoli di fatto è stato, a partire da metà anni 60′ e fino alla fine degli anni 80′ del secolo scorso, una squadra di vertice del nostro campionato, essendo riuscito a regalare ai propri tifosi discrete gioie e trofei ritenuti al tempo prestigiosi, come la Coppa delle Alpi, la Coppa di Lega Italo-Inglese e ben 2 Coppe Italia.

L’unico sogno che rimase a lungo proibito per gli azzurri, fino alla stagione 1986/87, fu tuttavia la vittoria del tricolore: l’emblema di questa inestinguibile velleità è rappresentato dagli 11 podi (2 soli primi posti con Maradona, 4 secondi posti e 5 terzi posti) che il Napoli riuscì a centrare, nel ventennio 1965 – 1989, senza riuscire a portare a casa, per diverse volte e per pochi punti di differenza, la vittoria finale del campionato.

Prima degli indimenticabili successi nelle stagioni 1986/87 e 1989/90, infatti, il Napoli sfiorò lo Scudetto in altre occasioni: le due più clamorose nel 1975 e nel 1981, senza dimenticare il tricolore che il Milan di Sacchi riuscì ad agguantare, nelle ultime giornate dell’annata 1987/88, a danno degli azzurri, che, a cinque turni dalla fine, conducevano la classifica con quattro punti di vantaggio proprio sui rossoneri.

Nel 1974-1975 il Napoli, guidato dal leggendario Luis Vinício, detto “O’Lione”, arrivò anche in quel caso ad un passo dallo Scudetto. Alla fine del campionato appena due punti lo separarono dalla Juventus, arrivata prima. Decisiva risultò la sfida di Torino, che la Juve vinse per 2-1 grazie ad un gol in zona Cesarini dell’ex Altafini, da allora soprannominato dai napoletani Core ‘ngrato.


Nella stagione 1980-1981, in un’annata resa drammatica dal terribile sisma che il 23 novembre 1980 scosse la città e buona parte della Regione, la squadra, guidata dal tecnico Rino Marchesi, sfiorò il titolo conquistando il terzo posto finale. Dopo la vittoria sul Torino al Comunale, a cinque giornate dal termine, il Napoli si portò in testa alla classifica insieme alla Juventus e alla Roma e con la prospettiva di usufruire di un calendario favorevole. Inaspettatamente, però, nel turno successivo il Perugia – ultimo in classifica – passò al San Paolo per 1-0 con autogol di Ferrario nei primi minuti. Per tutto il resto della gara gli azzurri si gettarono generosamente all’attacco, ma pali, traverse e la notevole prestazione del portiere umbro Malizia sbarrarono al Napoli ogni possibilità di giungere quantomeno al pareggio.

Quella tra lo Scudetto ed il Napoli è, dunque, una storia costellata da diverse delusioni, che però dimostra, allo stesso tempo, il prestigio e l’ottima tradizione sportiva del club partenopeo, da sempre temuto e rispettato nel gotha dei più grandi club italiani: la gloriosa storia del Napoli e l’irrefrenabile ed inesauribile passione dei propri tifosi sono iniziate ben prima dell’ormai lontano 2004.


Gianmarco Apuzzo


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Gianmarco Apuzzo nato a Napoli il 23/05/1993. diplomato nel 2012 al Liceo Classico Umberto I di Napoli e poi laureato con lode nel 2018 alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. Grande appassionato di calcio (con particolare riferimento alle statistiche ed alla storia del calcio) e del Napoli è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24