Home Copertina Maurizio Sarri: “Ci sarà tempo per pensare al mio futuro”

Maurizio Sarri: “Ci sarà tempo per pensare al mio futuro”

Il tecnico del Napoli Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta Dello Sport. Ecco le sue parole: “Questa Juventus  attuale è la più forte degli ultimi 7-8 anni, ha  un organico molto forte ed ha un allenatore strepitoso. Per me resta la favorita pure in questa stagione  e sarebbe presuntuoso dire che noi siamo l’anti-juve, non siamo ancora arrivati al loro livello. Parlare di primato dopo sette giornate è ancora prematuro, c’è ancora un percorso da fare.

Secondo il contratto, il mio futuro sarà ancora a Napoli, ma esiste una clausola che permette soluzioni alternative sia  me che alla società, ma in questo momento è l’ultimo dei miei pensieri. Mi sento legato molto a questo gruppo e a questa città, poi è normale che ad un certo punto i rapporti si chiudono in maniera naturale. Al presidente devo tanto è l’unico che mi ha voluto sul serio dimostrando di avere coraggio, c’è una clausola bilaterale, bisognerà fare tante valutazioni.

Sarà complicata la partita contro la RomaDi Francesco è molto bravo, le insidie sono normali. Affronteremo una squadra che ne ha vinte 5 , con all’attivo solo una sconfitta e con una partita da recuperare. E’ sicuramente una squadra competitiva, ma il mio Napoli è lanciato. Non sarei durato troppo al Milan, se fosse vero ciò che ho letto sulle intercessioni del presidente con il lavoro tecnico. Un presidente che si comporta così, di solito non vince, invece penso che lui sia stato un grande dirigente, dunque ciò che si dice di lui è più una leggenda che una verità.

Spalletti è un allenatore top a livello Europeo, ha dato all’ Inter una solidità ed un entusiasmo incredibile dopo appena un mese e mezzo. Stanno tornando ad essere competitivi ed era impensabile che l’Inter fosse lontana dai vertici per anni e anni.

Secondo me il paragone che si fa tra me e Sacchi è un insulto ad Arrigo, lui ha vinto tanto io nulla. la mia è stata un’innovazione parziale, la sua totale. Mi gratifica questo paragone, ma in generale non penso sia possibile. Lui ha scritto la storia di questo sport, se non ci fosse stato lui io non sarei esistito. Ho studiato tanto il suo modulo tattico.

Il mio calcio diciamo che è simile a quello di Guardiola, ma quando è andato al Bayern Monaco e al City, rispetto al Barcellona ha modificato dei movimenti, ma la sua filosofia di gioco è rimasta identica. Difende e attacca con moduli diversi, affrontalo sarà emozionante. Lui è un talento, un fenomeno che si sta evolvendo e penso che riscriverà la storia di questo sport. Fare punti nella doppia sfida con il Manchester City potrebbe essere decisivo per il passaggio del girone.

Un allenatore adesso che la pensa alla mia stessa maniera è Marco Giampaolo che stimo come allenatore e persona. Io non mi lamento ami di me e della mia squadra. magari lo faccio dopo una vittoria  e mai dopo una sconfitta. In questo momento non penso di guidare una Nazionale, poi come spesso mi succede magari cambierò idea fra due o tre anni.

Sull’uso del VAR io sono dubbioso, perché toglie entusiasmo, vai in rete l’esultanza è più contenuta perché non sai mai se verrà annullato o meno. Qualche errore viene evitato, ma siamo ancora in una fase di sperimentazione, dunque sponsorizzerei un uso moderato. Con Gonzalo ho avuto un ottimo rapporto, nel calcio a volte le strade si separano e non puoi piangere perché hai perso un calciatore. Ad Insigne gli darei pure la numero 20 o 30, non solo la dieci, deciderà lui quale maglia gli piacerà di più. Di solito sono contrario al ritiro delle maglie, ma per Maradona si può fare un’eccezione.

A me piacerebbe vincere lo scudetto fumando le sigarette”.

 

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Claudio Gervasio nato a Napoli. Ha conseguito il diploma di Liceo Lingustico, la laurea in scienze della Comunicazione all'Unisob con master di Scienze Investigative Criminologiche e politiche della Sicurezza. Appassionato di giornalismo, è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24