Il figlio di Carlo Ancelotti Davide che nel Napoli svolge il ruolo di vice allenatore ha rilasciato una lunga intervista al Napolista. Ecco le sue dichiarazioni: “Quando ti porti un’eredità pesante e lavori con tuo padre, inizialmente tutti quanti ti vedono con diffidenza, come se volessi fare il fenomeno perché vuoi fare le cose solamente per il rapporto di parentela che hai. Però tutto ciò ti dà pure uno stimolo per migliorarti e io cerco sempre di studiare per aggiornare il mio livello. Il mio cognome non mi pesa. Molti miei colleghi da vice hanno una storia alle spalle e io non mi sento diverso da loro. La passione per il gioco, si è tramutata quando ho capito che non potessi fare il giocatore e ho iniziato la carriera di calciatore nella Primavera del Milan e poi sono andato in prestito al Borgomanero. A quel punto ho capito che nona avevo il talento e la testa per proseguire la carriera di allenatore e ho iniziato i miei studi nella facoltà di Scienze Motorie. Ho maturato la mia prima esperienza come osservatore nel Parma, poi dopo essermi laureato, la mia prima stagione di lavoro è stato nel 2012-2013 a Parigi. Sono entrato nel settore giovanile del Psg assieme a Francesco Mauri e attualmente stiamo assieme pure nella SSC Napoli. Non capivo una parola di francese e ci hanno assegnato dei ragazzi di strada che parlavano un francese scolastico. E’ stata un’esperienza dura, ma importante. Mi ha stupito che il Napoli abbia chiamato mio padre. Non ci credevo, poi quando è andato a parlare con la dirigenza mi sono ricreduto e avevo voglia di fare un’esperienza con il Napoli, un club dove regna un grande entusiasmo e ci troviamo abbastanza bene. Nell’ultimo anno sono andato in Spagna con la mia ragazza e mi sono trasferito a Siviglia. Ho visto tante partite sia del Betis che del Siviglia e mi sono innamorato di Fabiàn Ruiz. Quando ne abbiamo parlato con Giuntoli, ci siamo trovati subito concordi sulle sue qualità. Lo conoscevo da tempo e abbiamo chiuso in poco tempo dell’operazione”.
