Mattia Grassani, storico legale della SSC Napoli, è intervenuto ai microfoni del programma televisivo La Domenica Sportiva, in onda su Rai 2. L’avvocato ha provato ha chiarire la posizione del club di De Laurentiis rispetto al caso plusvalenze, spiegando i possibili scenari che si potrebbero prospettare da qui alla fine del campionato:
Perché il processo è stato riaperto solo per la Juventus e non anche per le altre società come il Napoli? “Innanzitutto il Napoli aveva solo una movimentazione di un solo giocatore, che era Osimhen con il Lille. Quindi Le 14mila pagine che sono state trasferite dalla Procura di Torino a quella federale non potevano portare ad una riga di quello che era stato deciso nei primi due gradi di giudizio in cui furono prosciolti tutti perché non c’era una norma per le plusvalenze. Mancava un criterio e la revocazione può essere ammessa solo quando ci sono nuove prove che avrebbero potuto portare la corte giudicante ad un diverso giudizio. L’operazione del Napoli non si incrociava con quelle della Juventus, e quindi nulla è cambiato tra l’assoluzione in secondo grado del Napoli e la nuova apertura della Corte d’Appello.
Perché condannare solo la Juve e non gli altri club? L’operazione di plusvalenza è pacifico che non l’ha si può fare da soli. Ascoltando le requisitorie del procuratore Chinè, posso dire che oltre alle intercettazioni ha pesato quanto emerso dal libro nero dell’ex ds Paratici. Se la Juve compravendeva i giocatori con gli altri club, le 14mila pagine si concentravano esclusivamente principalmente sul club bianconero. Chiné ha fatto ampio riferimento alle plusvalenze artificiali e questa tesi dell’accusa ha prevalso sulla difesa della Juventus.”