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ADL e le scuse alla piazza nel post gara col Monza: parole di convenienza o reale pentimento?

Aurelio De Laurentiis
E’ facile – e non costa niente – chiedere scusa, standosene seduti su una montagna di contante e dopo aver dato luogo per mesi ad un continuo scaricabarile. A chi chiede perdono però generalmente vengono richiesti due requisiti fondamentali: la credibilità e la buona fede. Aurelio De Laurentiis, nel post gara di ieri col Monza, ha dimostrato a più riprese di non possedere né l’una né l’altra.
Chiunque, dopo la vittoria dello scorso anno che aveva significato per le casse del club un aumento del fatturato di più del 100% e una liquidità mostruosa, aveva pensato (forse sperato, conoscendone la natura) che il presidente avesse finalmente trovato il coraggio di far fare al club il definitivo salto di qualità. Questione di mentalità che alla fine si è rivelata per quella che è. Da piccolo club di provincia, nonostante l’enorme bacino d’utenza. Lo provano i fatti accaduti negli ultimi tre mesi e le parole pronunciate dal patròn in conferenza.

Ecco perché ADL non è davvero pentito

Come può essere giudicato credibile e in buona fede uno che, di fronte a un disastro tecnico senza precedenti, richiama in panchina l’allenatore che – come il predecessore esonerato – costa meno e, soprattutto, non ha pretese sulla durata del contratto?
Ed è credibile e in buona fede uno che, con la squadra in caduta libera, solo nelle ultime tre settimane ha: 1) venduto uno dei protagonisti della cavalcata trionfale dell’anno scorso, Elmas, addirittura prima che si aprisse il mercato di gennaio; 2) dato il benservito a una delle bandiere della squadra, Zielinski, peraltro nel solito modo greve e volgare; 3) rinnovato (fittiziamente) il contratto a un centravanti, Osimhen, che ormai non vuole più stare a Napoli (lo dimostra la partenza anticipata per la Nigeria), con gli unici scopi di iscrivere a bilancio una plusvalenza di quasi 100 milioni e di fruire degli ultimi giorni dei benefici del decreto crescita, cancellato in Finanziaria dal 1° gennaio?
La hybris degli antichi, in questa vicenda, non c’entra niente: al fondo di essa c’è solo un freddo calcolo finanziario.
Gianmmarco Apuzzo
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Gianmarco Apuzzo nato a Napoli il 23/05/1993. diplomato nel 2012 al Liceo Classico Umberto I di Napoli e poi laureato con lode nel 2018 alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. Grande appassionato di calcio (con particolare riferimento alle statistiche ed alla storia del calcio) e del Napoli è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24