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Abarth 500X,la crossover italiana potrebbe avere circa 240 CV

Si fa un gran parlare in rete in questi giorni dell’ipotetica Abarth 500X, variante sportiva dell’apprezzatissima crossover italiana prodotta a Melfi, in Basilicata. Le voci hanno assunto consistenza da quando il Chief Operating Officer dell’area Emea, Alfredo Altavilla, avrebbe detto ad AutoExpress che “oltre alla 124 e alla 500 stiamo pensando di aggiungere un nuovo modello”  – alla gamma Abarth, s’intende – “e la 500X è uno di quelli che stiamo considerando”. Anche perché non ci sono alternative.

Solo la 500X si presta. Al momento, infatti, il listino Abarth conta solo un modello, declinato in più varianti, e per giunta in attesa di essere aggiornato. La necessità di ampliare l’offerta è una priorità e di sicuro la confermata Abarth 124 Spider – una versione di nicchia di un modello a sua volta di nicchia – da sola non basta. Serve per forza qualcosa di più versatile. E la strada di “Abarthizzare” la 500X è anche l’unica realisticamente percorribile: gli altri modelli Fiat, infatti, non si prestano.

Avrà almeno 235/240 CV. Chiaramente a Torino le bocche sono cucite ed è persino inutile tentare di ottenere risposte. Qualche considerazione – supportata da un certo lavoro di intelligence – è comunque possibile farla. Innanzitutto quella sulla potenza massima che potrebbe avere l’eventuale Abarth 500X. Una crossover destinata inevitabilmente a vedersela con almeno due concorrenti, per ora: la Mini Countryman John Cooper Works e la Nissan Juke Nismo RS, entrambe accreditate di una potenza massima di 218 cavalli. Perché privare la crossover italiana della possibilità di primeggiare dotandola di un motore da “soli” 200 CV?

Il DNA va rispettato. In effetti, le affermazioni che lo stesso Altavilla ha rilasciato ai colleghi inglesi vanno nel senso opposto: “Se la 500X diventasse un’Abarth, sarebbe tutto tranne che un’auto da famiglia”. E ancora: “Dobbiamo essere coerenti con il DNA delle nostre vetture, e la nuova 500 sarà un passo in avanti in questa direzione”. In casa, sugli scaffali del Gruppo FCA, c’è già un’unità propulsiva bell’e pronta, potente quanto basta per dare concretezza alle parole del COO Emea: il quattro cilindri 1.742 turbobenzina da 235/240 cavalli. Magari, per non fare ingelosire gli Alfisti, non quello di alluminio della 4C, come si è sentito erroneamente dire in giro, ma quello altrettanto moderno a iniezione diretta e doppio variatore di fase con il basamento di ghisa utilizzato fino a qualche tempo fa sulla Giulietta Quadrifoglio Verde.

Il nodo dei costi. Mantenere la potenza nominale del motore non avrebbe solo un vantaggio in termini di prestazioni, ma consentirebbe a FCA di posizionare sul listino l’Abarth 500X diciamo tra i 30 mila euro della Nissan e i circa 37 mila della Mini, garantendosi così margini più elevati. Il problema, semmai, è capire se il gioco vale la candela: sappiamo che l’installazione di un motore nuovo in una vettura esistente comporta costi di sviluppo piuttosto elevati e sembra essere questo lo scoglio da superare prima che l’Abarth 500X possa ricevere un via libera definitivo. A meno che…

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© X-Tomi Design

La Renegade SRT. A meno che i costi di sviluppo non vengano “spalmati” anche su un’eventuale Jeep Renegade SRT. Di questa variante sportiva se n’era parlato già più di un anno fa, ma gli ottimi successi commerciali della Suv italo-americana non conferiscono lo stato di urgenza per un’eventuale allargamento della gamma. Oggi, però, le ipotesi potrebbero assumere un’altra consistenza. Anche e soprattutto perché, come si dice, il ferro va battuto finché è caldo.

 

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