L’ex allenatore di Napoli,Roma, Cagliari,Foggia e Pescara Zdenek Zeman ha rilasciato un’intervista esclusiva al Corriere dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni: “Nel 1968 ero in vacanza in Sicilia da mio zio Cestmir Vycpalek, dovevo rientrare il 22 agosto e nella notte tra il 20 e il 21 ci fu l’irruzione dei paesi sovietici con i carrarmati. Restai ancora un po’ qui, poi tornai perché a casa mi reclamavano, finii la scuola e a novembre ero di nuovo in Italia. Definitivamente.
Azzererei la stagione: si chiude e si riparte poi quando sarà possibile, magari a settembre. Ma i campionati sono falsati, fermi come sono da due mesi. Poi so bene che esistono interessi economici e che dunque se si riprenderà sarà esclusivamente per ragioni ? nanziare e per tentare di frenare quella montagna di debiti che il movimento stesso ha prodotto .
Appartengono a cicli e a momenti diversi. E ci sono stati anche periodi in cui in giro per il mondo ce n’erano una decina, forse anche di più: penso a quando ero alla Lazio e alla Roma. Ma anche nelle mie stagioni con il Foggia e con il Lecce c’è stato chi è riuscito a raggiungere la maglia azzurra. E poi gli stranieri.
Il mio idolo è Kovacs poi sono cresciuto e con l’età si smette di averne. Semmai si apprezzano, diversamente, nuove figure. I miti appartengono alla gioventù.
Forse le tv mi ripropongono perché mi vogliono bene.
Lorenzo Insigne per me è l’ultima bandiera, Il più forte calciatore italiano, uno dei pochi in grado di fare la differenza. Un napoletano che si sente tale e mi auguro che resti nella sua città, come ha fatto Francesco. Solo che Totti, a Roma, non è mai stato contestato”.