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Yann Sommer, l’eroe di Bucarest che, a quest’ora, poteva essere anche il portiere titolare del Napoli

Inter

Nel calcio non sempre vince la squadra più forte ed anche chi è meno forte può fare risultato. È questa una frase che un appassionato di calcio avrà ascoltato (e pensato) almeno una volta nella propria vita guardando una partita di calcio. Di racconti di missioni impossibili (di vittorie alla stregua di Davide contro Golia nel celebre racconto biblico) la storia del calcio ne è piena. Scontri “impari” di questo genere si sono avuti in ogni epoca storica: favole che a volte sono andate a buon fine ed altre no. A tal proposito, quello compiuto lunedì dalla nazionale svizzera, ai danni di quella francese, è un vero e proprio “miracolo” sportivo. Una di quelle partite (valida, peraltro, per gli ottavi finali di un Europeo) che se, magari, si rigiocasse 100 volte probabilmente avrebbe sempre un esito favorevole alla nazionale transalpina.

In ogni caso, una parte importante del merito(e del contributo) per la vittoria definitiva della nazionale elvetica ai calci di rigore non può non andare al portiere Yann Sommer, autore di parate fondamentali per tenere a galla gli svizzeri sia ai tempi regolamentari e supplementari ( si ricordi l’intervento plastico sul colpo di testa di Giroud al 119’) e sia ai calci di rigore (fondamentale e decisivo si è rivelato l’ultimo tiro dal dischetto da lui parato a Mbappè).

Calciatore classe‘ 88, titolare di lungo corso del Borussia Monchengladbach (che lo acquistò dal Basilea nell’estate del 2014) e della nazionale svizzera, con cui ha disputato oltre 60 partite in carriera, numero uno indiscusso dall’inizio della gestione tecnica affidata a Vladimir Petkovic (CT svizzero), Yann Sommer a 32 anni è una delle figure di riferimento nelle squadre per cui gioca, essendosi conquistato il posto da titolare a suon di grandi prestazioni.

Nonostante i suoi 183 cm lo rendano uno dei portieri più bassi e sottovalutati dell’elite internazionale (e dello stesso Europeo), Sommer è un portiere ambidestro, esplosivo, agile e moderno. E’ infatti in grado di calciare con entrambi i piedi, risultando spesso fondamentale per lo sviluppo e la costruzione del gioco dal basso (che oggi costituisce quasi un mantra per i moderni allenatori di calcio) della propria squadra, ma il suo bagaglio tecnico non si limita a questo. È molto forte, infatti, anche tra i pali, avendo un senso della posizione fuori dal comune ed assolutamente necessario per un estremo difensore della sua statura. Fà, inoltre, del colpo di reni e delle uscite basse i suoi punti di forza, non a caso quest’anno è risultato tra i migliori portieri della Bundesliga per rendimento e qualità delle prestazioni, avendo registrato una media di 1 gol incassato ogni 7 tiri subiti.

Il suo valore di mercato attuale è di circa 6 milioni di euro, ma, date le ottime prestazioni fornite anche in questo Europeo, è da ritenersi che sia destinato ad aumentare.

Strano a dirsi, ma si sta discutendo di un profilo che, a quest’ora, sarebbe potuto essere un calciatore del Napoli. Nella lontana estate del 2017 (ante-stagione 2017-18, quella dei 91 punti) il portiere svizzero fu infatti ripetutamente accostato alla società azzurra. Il suo manager di allora, Francesco Moretti, fu intercettato più volte a colloquio con il Ds dei partenopei Cristiano Giuntoli. L’esigenza, infatti, era quella di sostituire Pepe Reina, in rotta all’epoca con la società e con il contratto in scadenza nel giugno dell’anno successivo.Dell’affare, tuttavia, non se ne fece nulla. Il portiere non si mosse dal Borussia Monchenglabach, perché aveva rinnovato da poco con il club tedesco, guadagnava circa 3 milioni di euro (cifra considerata eccessiva dalla dirigenza azzurra) e non avrebbe sicuramente rinunciato anche ai diritti d’immagine.

Un vero peccato considerati i problemi sorti con l’alternanza dei portieri nel periodo post-Reina. Il Napoli a quest’ora avrebbe potuto avere un titolare inamovibile tra i pali dai piedi buoni e dall’assoluta affidabilità: due caratteristiche che in un estremo difensore moderno sono assolutamente indispensabili.

Gianmarco Apuzzo

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Gianmarco Apuzzo nato a Napoli il 23/05/1993. diplomato nel 2012 al Liceo Classico Umberto I di Napoli e poi laureato con lode nel 2018 alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. Grande appassionato di calcio (con particolare riferimento alle statistiche ed alla storia del calcio) e del Napoli è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24