Home Seconda pagina Verona-Cittadella finisce 3-0: Hellas in Serie A dopo solo un anno

Verona-Cittadella finisce 3-0: Hellas in Serie A dopo solo un anno

Non c’è il lieto fine, nell’ultima favola della stagione. Ci sono le lacrime e l’orgoglio del piccolo grande Cittadella che si mischiano alla pazza gioia e al sollievo del Verona, che ribalta il 2-0 dell’andata della finale playoff, vince 3-0 con i gol di Zaccagni, Di Carmine di tacco e Laribi e contro un avversario ridotto in 9 riacciuffa la A all’ultimo metro: i gialloblu seguono Brescia e Lecce nella nuova avventura. 

L’Hellas, costruito per la promozione diretta ma in crisi tecnica da mesi e con un allenatore chiamato a due giornate dai playoff come Alfredo Aglietti (al posto dell’eroe del Mondiale 2006 Fabio Grosso), ritrova se stesso al momento giusto, davanti a 25mila spettatori, ben di più degli abitanti di Cittadella, che sono 20mila. Ma «il calcio è sempre 11 contro 11», come aveva avvertito Roberto Venturato, allenatore del miracolo della piccola società padovana: un gruppo costruito come sempre per salvarsi dal d.s. Stefano Marchetti, è arrivato a un passo dalla storia. 

Come? Rivitalizzando, rilanciando, scoprendo giocatori in C e anche in D, dando continuità al lavoro tecnico, senza spendere mai un euro di troppo e senza quasi mai riempire il «Tombolato» da 7623 posti: Venturato è in panchina dal 2015 e il «Citta» in 45 anni ha cambiato appena 12 allenatori; il monte ingaggi arriva a 3 milioni con i premi e lo stipendio massimo è di 80mila euro netti all’anno, come una giornata di lavoro di Cristiano Ronaldo.

La sfida con CR7 per il presidente Andrea Gabrielli, tiepido juventino, non ci sarà. Ma la «Siderurgica» di famiglia, fondata come il club dal padre Angelo morto nel 2009, resta eccome, con le sue 9 aziende, gli 800 milioni di fatturato e i 1300 dipendenti. Quanto basta (e avanza) per riprovarci anche il prossimo anno, con protagonisti come il portiere-laureato Paleari o Diaw, che quattro anni fa giocava in Eccellenza e faceva il magazziniere e giovedì aveva segnato i due gol del grande sogno.

Il Verona ha faticato a ricostruire una squadra credibile dopo l’ultima disastrosa retrocessione e dovrà cercare di consolidarsi. Aglietti è arrivato quasi per caso (se non per disperazione) e senza alcuna esperienza di vertice. Ma all’Hellas è stato capitano da giocatore e conosce l’ambiente: dalla contestazione dura alla gestione del presidente Setti si è passato all’ultimo atto d’amore, con lo stadio di nuovo pieno. Lo stesso Bentegodi che ha appena salutato la A col Chievo, adesso rimette a posto sulla libreria un’altra favola, come quella del «Citta». Ma le pagine già scritte non si cancellano: prima o poi torneranno d’attualità.

Fonte: corrieredellasera.it

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