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Tutti pazzi per Kessie, anche il Napoli

“La mossa a coda del gatto maculato” tentata in estate e riuscita a Walter Sabatini, in questo gennaio non è andata in porto come speravano a Trigoria. Nessuna responsabilità specifica da parte del nuovo diesse giallorosso Riki Massara. Piuttosto la colpa va attribuita agli incastri non riusciti nell’ultima settimana di mercato. Ultimo tra tutti la cessione di Gerson al Lille, che ha fatto nascere tensioni e creato un bel problema in casa giallorossa.

Era lui il prescelto per essere sacrificato. Vero che la Roma c’aveva investito un patrimonio per prenderlo appena un anno fa (quasi 17 milioni per battere la concorrenza del Barcellona). La cessione ai francesi però avrebbe addirittura fruttato una plusvalenza,  oltre che un incasso immediato da 5 milioni relativo al prestito oneroso (cifra talmente alta che avrebbe certamente indotto il Lille a riscattare il giocatore entro il 30 giugno).

La Roma così avrebbe perso Gerson,  che comunque non ha fatto vedere nemmeno lontanamente le qualità espresse con le nazionali brasiliane under e con la maglia del Fluminense e avrebbe puntato tutto su Donsah. L’idea era questa. Via un giocatore offensivo, dentro la mezzala tutta corsa e potenza. Con i soldi in mano, l’offerta romanista al Bologna certamente sarebbe stata più convincente.

Massara invece si è dovuto muovere sul mercato con  le mani legate per una situazione economica che comunque, parole di Spalletti, avrebbe avuto bisogno di una cessione per poter sistemare definitivamente il bilancio. Si era pensato alla cessione di Paredes, un elemento mai veramente centrale nel progetto dell’allenatore. Si erano mosse alcune squadre della Premier, ci aveva lavorato la Juventus attraverso intermediari.

Alla fine solo chiacchiere. Il giocatore a Marotta e Paratici piaceva e piace non poco ma non avrebbero avuto le risorse per chiudere un’operazione da 25 milioni di euro l’ultimo giorno di mercato. Questo voleva la Roma. Soprattutto se avesse dovuto vendere l’argentino agli eterni rivali. Darlo in prestito con obbligo di riscatto non avrebbe avuto senso. Avrebbe fatto arrabbiare i tifosi e aumentato il gap tecnico con i bianconeri. Alla fine, seppur attesa, un’offerta vera e propria, a Trigoria non si è mai vista.

Se avesse incassato quei soldi, sempre in tema di mossa a coda del gatto maculato, la Roma avrebbe potuto chiudere subito l’operazione Kessié con l’Atalanta. Nell’incontro segreto tra la dirigenza giallorossa e il presidente Percassi la settimana scorsa, erano state gettate le basi per accelerare un affare che avrebbe consentito all’ivoriano di sbarcare in estate certamente nella capitale. E invece ora la Roma si trova nuovamente le concorrenti alle spalle. Ancora più agguerrite.

Si é rifatto sotto il PSG, non ha mai mollato la presa il Manchester United e sembra che anche il Napoli, dopo aver capito le difficoltà della Roma, abbia iniziato a farci più di un pensierino. D’altronde con l’Atalanta il rapporto è ottimo. In ballo ci sono i discorsi che coinvolgono Conti (opzionato da De Laurentiis) e Grassi. Percassi non fa altro che aspettare, valutare e sperare che la valutazione di Kessié cresca grazie all’asta e all’interesse nato attorno a lui. Dai 25 milioni si é arrivati a 28, poi a 30. Per meno di quella cifra l’Atalanta nemmeno si siede a trattare. 

La Roma è avvisata e comunque consapevole di dover e voler fare uno sforzo economico importante per prendere l’ivoriano e battere la concorrenza di tutti. Come ai tempi di Nainggolan. Strappato a Juve, Milan, Inter e Napoli. Serve una mossa come quella. Serve però anche una cessione che consenta alla Roma maggiore libertà di azione. Quella di Manolas sembra scritta. L’Inter ha già messo sul tavolo verde una fiche bella pesante. Un assegno da 42 milioni di euro pronto ad essere staccato.

Riportato da Goal.com

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