Home News SSC Napoli 2022/23, il pagellone della prima parte di stagione azzurra

SSC Napoli 2022/23, il pagellone della prima parte di stagione azzurra

Cremona

E’ trascorsa poco più di una settimana dall’interruzione forzata della Serie A (ripresa prevista per il prossimo 4 gennaio) per consentire lo svolgimento del Mondiale, ed è già tempo di bilanci e giudizi su questa iniziale parte di stagione disputata dal Napoli. Non ci sono aggettivi per descrivere la bellezza, la costanza e la forza mostrata dalla squadra azzurra. Ciò acquista, inoltre, maggior valore se si pensa al clima di sfiducia che ha aleggiato per quasi tutta la scorsa estate attorno ai ragazzi allenati da Spalletti, al quale va riconosciuto il merito di aver creduto sin da subito in un gruppo dalle enormi potenzialità.

Nonostante si fosse parlato di un possibile ridimensionamento del valore della rosa a seguito di diverse di cessioni illustri, il Napoli si è concentrato solo su se stesso ed ha fatto parlare il campo, macinando record su record. Straordinario il percorso in campionato dei partenopei. Imbattuti, in 15 giornate hanno realizzato 31 assist e 37 gol (miglior attacco), inanellando la bellezza di 11 successi di fila (sui 13 totali), primato assoluto nella storia del club, e portandosi addirittura a più 8 sul Milan secondo in classifica.

Altrettanto incredibile è stato il cammino in Champions League. I campani sono stati in grado di dominare fin dall’inizio un girone piuttosto impegnativo, convincendo e stravincendo contro avversarie blasonate e temibili del calibro di Liverpool (unica squadra a battere finora in stagione il Napoli), Ajax e Rangers Glasgow. 5 i successi e addirittura 20 le reti segnate (solo 6 quelle subite) in 6 partite dai partenopei, che mai nella loro storia avevano raggiunto la qualificazione al turno successivo da primi del raggruppamento con due giornate d’anticipo.

Chiusi dunque i 3 mesi più incredibili della storia azzurra, tra calciatori che hanno rispettato le attese e altri che le hanno superate brillantemente, è tempo di stilare le pagelle di tutta la rosa del Napoli:


Meret 7: al netto di un evidente errore commesso nel match contro il Bologna, che tuttavia non ha influito fortunatamente sul risultato finale degli azzurri, la sua stagione è stata sin qui perfetta. Decisivo e puntuale in quasi ogni partita, si pensi soprattutto allo scontro con il Milan, riesce a trovare finalmente quella continuità di rendimento che gli mancava da anni. Appena 10 le reti subite in 21 partite tra campionato e coppa, che testimoniano la crescita di un calciatore sul quale nessuno, neanche il più ottimista dei tifosi, avrebbe scommesso un euro in estate. Rinato.

Sirigu s.v.: preso in estate come vice Meret per espressa volontà di Spalletti che richiedeva un duo di estremi difensori affidabili, il portiere sardo non ha tuttavia disputato ancora un solo incontro a causa sia dell’esplosione del suo collega di reparto sia di numerosi infortuni che l’hanno afflitto di continuo. Urge una riflessione sul calciatore, considerata da un lato la lunghezza della stagione e dall’altro la necessità di non farsi trovare impreparati in caso capitassero guai fisici al portiere friulano. Se poi aggiungiamo il fatto che non gioca una partita titolare dallo scorso anno… Inaffidabile.

Marfella s.v:


Idasiak s.v:


Di Lorenzo 7: sta dimostrando di meritare pienamente la fiducia del gruppo, che ad scorso agosto ha creduto in lui concedendogli l’onore della fascia da capitano. 1339′ disputati su 1250′ in campionato e 530′ su 530′ in Champions lo rendono, come lo scorso anno, il giocatore “più presente” della squadra azzurra. Infaticabile, robotico ed impeccabile sia in fase di possesso che non, per lui in tutto anche 3 assist ed uno splendido gol nella trasferta europa contro l’Ajax. Esemplare.


Kim Min Jae 7,5: una delle più gradite sorprese del Napoli 2022/23. Aveva il difficilissimo compito (quasi impossibile) di non far rimpiangere da subito la partenza dolorosa di un colosso come Koulibaly ed è riuscito a fare molto più di quanto chiunque si aspettasse. Al di la dei due gol già messi a referto in Serie A (di cui uno decisivo in casa della Lazio), il numero 3 si è rivelato, per ora, uno dei più forti centrali d’Europa. Quasi mai fuori posizione e sempre concentrato, il forte sudcoreano si è reso autore di interventi difensivi spettacolari quanto efficaci, che hanno permesso ai partenopei di avere un impatto devastante in questa annata. The Monster.


Rrahmani 6,5: inizio di stagione sontuoso, ma anche sfortunato per lui. Pur dimostrandosi affidabile, sicuro e capace di ricoprire il ruolo di titolare nella retroguardia partenopea al fianco di Kim, il centrale kosovaro ha saltato ben 9 sfide, tra campionato e coppa, a causa di un brutto infortunio muscolare rimediato lo scorso ottobre in quel di Cremona. Quando si tornerà in campo alla ripresa (contro l’Inter) ha promesso di volersi fare trovare pronto e per questo continuerà a lavorare duramente durante la sosta. Granitico.

Ostigard 6,5: buon impatto per il classe ’99 norvegese. Sta studiando per diventare grande, anche se forse Spalletti non gli ha concesso ancora tutto lo spazio che meriterebbe. Diligente, sa sempre come farsi trovare pronto, specialmente in Champions, in cui va in gol contro i Rangers, oltre a vedersene un altro annullare uno per pochi centimetri, in quel di Anfield, col Liverpool. Vichingo

Zanoli sv: è duro trovare minutaggio quando davanti c’è uno come Di Lorenzo. Per lui solo 11′ minuti in 3 match, troppo poco per meritare voto. Apprendista.


Juan Jesus 6,5: l’infortunio di Rrahmani gli ha spianato nuovamente, come accadde l’anno scorso con quello di Koulibaly, la strada al centro della scena e lui non si è lasciato scappare l’occasione. Da svincolato nell’estate 2021 a protagonista del Napoli spallettiano, ha messo in mostra ancora una volta, qualora ci fosse stato bisogno di farlo capire, tanta abnegazione, professionalità e senso della posizione. Decisivo e serio nel rettangolo di gioco e fuori: per lui mai una parola fuori posto ed uno capacità di sacrificio e di attesa fuori dal comune. Bat-Juan.


Mario Rui 7: tutti credevano che con l’arrivo di Olivera non avrebbe visto più il campo ed invece “il maestro” è riuscito a stupire ancora una volta. Con lui sulla fascia sinistra di difesa il Napoli ha conosciuto solo vittorie, tranne che a Firenze (era in panchina con il Lecce e ad Anfield). All’età di 31 anni suonati sembra che stia trovando una seconda giovinezza: addirittura 6 gli assist, di cui ben 4 consecutivi, messi a referto in soli 15 incontri tra Serie A e Champions. Dispiace per la mancata chiamata in Qatar con il Portogallo, ma almeno potrà restare agli ordini di Spalletti e prepararsi al meglio in vista della ripresa. Intramontabile.




Olivera 6,5: Davvero un bell’acquisto ed una bella scoperta per il Napoli. Dopo anni di vuoto e di mancanza di alternative sulla corsia mancina difensiva, finalmente il club azzurro si è assicurato un terzino sinistro di qualità (già 3 assist per lui), ma soprattutto di quantità. Dalla corporatura robusta (184cm per 78 kg) ed atleticamente molto prestante, l’uruguaiano è entrato progressivamente nei meccanismi di squadra, dimostrandosi una carta molto interessante e da schierare specialmente in partite spigolose e caratterizzate da duri contrasti fisici. Il gol a Cremona la ciliegina sulla torta, ma il meglio deve ancora venire. Cavallo pazzo.


Anguissa 8: insieme a Lobotka è il calciatore che ha effettuato il più grande upgrade nella squadra azzurra. E’ diventato il vero valore aggiunto della mediana, abbinando la tradizionale capacità di interdizione ad una spiccata ed imprevista abilità offensiva. Addirittura 6 assist e i 3 gol (di cui una doppietta al Torino) messi a segno finora in 18 sfide stagionali dal camerunese (ha saltato perfino 4 gare per infortunio altrimenti il suo bottino poteva essere maggiore). E’ stato molto più di un semplice motore per la banda Spalletti e, nonostante sia un ’95, ha manifestato enormi margini di crescita. Potente.

Lobotka 8: la dimostrazione che il volere è potere. Da emarginato e fuori rosa nel Napoli di Gattuso, ad attore principale in quello di Spalletti. Piedi vellutati, cervello veloce, idee brillanti ed improvvisi strappi e cambi di direzioni sono solo alcune delle sue qualità. Anello di congiunzione tra i reparti, lo slovacco è stato soprattutto colui che in manovra è riuscito ad accendere la luce, sfiorando in ogni match il 100% della precisione dei passaggi. Un “Jorginho” molto più dinamico ed dinamitardo. Imprescindibile.

Demme s.v.: per lui la prima parte di questa stagione è del tutto da dimenticare. Da un lato l’infortunio estivo al cuboide del piede sinistro e dall’altro l’esplosione di Lobotka, dal quale differisce nettamente per caratteristiche, lo mandano subito fuori dai radar di Spalletti. Gli appena 20 minuti giocati lo rendono lontano parente del giocatore ammirato con Gattuso allenatore. Ci si augura che possa riprendersi nel prosieguo dell’annata. In calo.

Ndombele 6,5: una media tra il 5 scarso delle prime dieci partite ed il 7 pieno guadagnato nell’ultimo mese. Arrivato dal Tottenham in prestito con diritto di riscatto, vive un inizio difficile in maglia azzurra ma sa riprendersi alla grande. Duttile, fisico, dinamico, incarna comunque il prototipo del giocatore che in questo collettivo si staglia a meraviglia. Ha dimostrato di saper ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, rendendosi utile per ogni tipologia di partita, da titolare o a gara in corso. E’ rimasto in panchina in sole 2 gare su 21, il che lo rende, al pari dei leader di squadra, un vero stakanovista del gruppo partenopeo. Multitasking.






Zielinski 7: Altro calciatore rigenerato. Dopo un discutibile impiego da trequartista, un finale di stagione ed un’estate piuttosto turbolenta e condizionata da molte voci di mercato, ritorna nel suo ruolo naturale di mezz’ala ed i risultati non tardano ad arrivare. Impiegato in tutte le 21 gare stagionali, si è reso finora artefice di 6 gol e 7 assist, tra cui una bellissima doppietta realizzata ai danni del Liverpool in Champions. Inesauribile, sembra finalmente aver trovato la propria dimensione tra i reparti e quella leggerezza di testa che gli era sempre un po’ mancata. Prezioso.



Gaetano 6: voto di stima e fiducia per il giovane centrocampista cresciuto nel vivaio azzurro. Tutti conoscono le sue qualità e la sua grande versatilità, ma ha collezionato per il momento poche apparizioni (appena 3), per via anche della concorrenza agguerrita e della stagione perfetta finora disputata dai titolari. Resta positivo ed incoraggiante, in ogni caso, il ricordo del suo ingresso in campo all’Olimpico contro la Roma in un momento cruciale e bloccato della partita. Prospetto.

Elmas 6,5: anche per lui un principio di annata piuttosto difficoltoso. Dopo il gol al Lecce alla quarta giornata, praticamente non si è visto più e la sua assenza è sembrata non farsi sentire anche per le grandi prestazioni di Kvaratskhelia e compagni. Nelle ultime 3 partite riesce però a far dimenticare l’inizio da incubo ed anche una polemica social, di cui era stato protagonista, a scarso dello minutaggio ricevuto. Jolly prezioso, ha rimpiazzato alla grande il georgiano, facendo capire di essere ormai più avvezzo a fare l’esterno d’attacco che non il terzo di centrocampo. Vede bene la porta: suoi i due gol decisivi contro Atalanta e Udinese, si è fatto apprezzare anche lui per il sacrificio in copertura ed in mezzo al campo. Diamante.

Kvaratskhelia 8,5: come riuscire a diventare un idolo dei napoletani in poco tempo? per informazioni chiedere a Kvicha Kvaratskhelia. Il vero colpo dell’estate e quasi nessuno se ne era reso conto. Il georgiano è il crack indiscusso del campionato: imprendibile sulla fascia sinistra, esplosivo quando c’è da puntare a rete e millimetrico quando c’è da servire un compagno. Decisivo nella quasi totalità delle partite degli azzurri, con addirittura 8 gol e 10 assist messi a registro già a questo punto della stagione.Viste le attenzioni che sta ricevendo, sarà molto dura tenerlo a lungo all’ombra del Vesuvio. Tra il sacro e il profano: Kvaradona.

Politano 7: molto bella ed inaspettata la sua rivincita. Lo scorso luglio, a Dimaro, aveva già la valigia pronta, ma poi qualcosa è scattato nella sua testa. ha disfatto i bagagli ed ha deciso di rimanere, sposando la causa azzurra e, col senno del poi, ha scelto per lui la cosa migliore in assoluto. Napoli dominante e primo in classifica e lui autentico mattatore della squadra con 7 assist e 4 gol, di cui due pesantissimi contro il Milan in Serie A ed i Rangers Glasgow in Champions League. Calcio champagne e di nuovo la fascia destra d’attacco affidata ai suoi piedi. Figliol prodigo.


Zerbin 6: voto di stima e fiducia pure per lui. Altro frutto della Primavera partenopea, rispetto a Gaetano riesce a ritagliarsi più spazio, 7 presenze, ma in ogni caso ancora poche per un ragazzo che avrebbe certamente bisogno di mettersi in discussione e fare esperienza. Lui per ora ha atteso pazientemente in panchina, facendosi trovare sul pezzo ogni volta che c’è stato bisogno. Prospetto.


Lozano 6,5: anche il messicano ha alternato un inizio da brividi ad un successivo e meritato riscatto. E’ ancora impresso nelle menti di tutti il gol divorato in quel di Firenze, che sarebbe potuto valere altri 3 punti ai campani, ma il Chucky ha saputo riprendersi alla grande, prendendo finalmente coscienza dei propri mezzi. Dai primi di ottobre stiamo assistendo alla rinascita di un altro giocatore. 4 gol e 3 gli assist siglati in totale da quel momento per lui, ma non solo. E’ stato una vera e propria scheggia sulla fascia destra d’attacco, una spina nel fianco per qualunque difesa. Il numero 11 sembra esser giunto al punto di svolta: ora si sente coinvolto, i tifosi l’adorano e finalmente anche l’alternanza con Politano sembra iniziare a dare i suoi frutti. Bambola assassina.





Raspadori 6,5: ci sono voluti quasi due mesi la scorsa estate per strapparlo al Sassuolo, ma alla fine ne è valsa la pena. Giacomino sta ampiamente dimostrando di poter giocare in una big. Impatto soft, ma neanche troppo con la maglia azzurra: in Serie A ha segnato solo una volta (4 in Champions), ma è stato decisivo nel momento in cui è stato chiamato a sopperire l’assenza di Osimhen per infortunio. Importantissimi i suoi movimenti per legare il gioco tra i reparti e la sua attitudine da regista del reparto offensivo. Nell’ultimo periodo è sembrato finire un po’ ai margini, ma la sua duttilità tattica lo rende per Spalletti un’arma preziosa e tale da poter essere impiegata a sorpresa per scardinare le difese avversarie. Grimaldello.




Osimhen 8,5: senza nulla togliere agli altri, è insieme a Kvaratskhelia il migliore ed il più decisivo di questa prima parte di stagione azzurra. Quest’anno sembra esser diventato finalmente quel centravanti maturo, che tutti attendevano spasmodicamente fin dal momento de suo arrivo. Gioca per i compagni, segna e fa segnare gol decisivi in ogni modo, agisce da regista in attacco, sprizza una potenza animalesca e si sacrifica come non mai in fase difensiva. Unica pecca evidente gli infortuni (muscolari e non), che sembrano non volerlo abbandonare, ma, nonostante salti pure 6 gare in totale, riesce a mettere a referto la bellezza di 10 marcature e 4 assist su 15 partite disputate in tutto. Senza Coppa d’Africa e senza Mondiale, quest’anno potrà provare a dare continuità a quanto fatto finora, e per gli avversari questa non è sicuramente una bella notizia. Sentenza.

Simeone 7: il rapporto gol segnati e minuti giocati ha dell’incredibile: 6 reti in 13 partite per una media da 1 gol ogni 65 minuti. Numeri da top player per l’argentino. Il Cholito, pur dovendosi accontentarsi delle poche “briciole” che Osi gli ha concesso, ha dimostrato di non farsi troppi scrupoli quando c’è stata necessità del suo intervento. E’ riuscito a sostituire alla grande il bomber nigeriano, quando costretto ai box per infortunio, ed ha siglato due segnature pesantissime contro Milan e Cremonese. In ogni partita è parso che sia riuscito a dare più soluzioni tattiche e quel qualcosa in più, che è mancato alla compagine campana negli scorsi anni. Scorta di lusso.

Spalletti 9,5: peccato. Senza il pari col Lecce e la sconfitta immeritata di Liverpool, probabilmente il suo voto sarebbe stato un 10 tondo tondo (il pareggio in quel di Firenze non è mai risultato da sottovalutare). Dopo Mazzarri e Sarri, è ancora una volta un toscano a guidare gli azzurri al sogno tricolore. Il tecnico di Certaldo è riuscito a disegnare un Napoli bello ed efficace, ma va dato atto che anche la società lo abbia aiutato, perché calciatori del calibro di Kim e Kvara sono dei top player. Spalletti ha però fatto il resto. E’ evidente il suo lavoro dietro alla crescita di Anguissa o a quella di Lobotka, ma ciò che stupisce di più è la capacità di poter cambiare interpreti o modulo, mantenendo sempre invariato il risultato finale: la vittoria. Dicono che nel girone di ritorno le sue squadre calino, ma in ogni caso gli 8 punti di vantaggio finora accumulati sul Milan in campionato non sono affatto pochi e restano allo stato difficilmente colmabili. I grandi eserciti si riconoscono anche dai grandi condottieri. LucianOne.


Gianmarco Apuzzo




















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Gianmarco Apuzzo nato a Napoli il 23/05/1993. diplomato nel 2012 al Liceo Classico Umberto I di Napoli e poi laureato con lode nel 2018 alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. Grande appassionato di calcio (con particolare riferimento alle statistiche ed alla storia del calcio) e del Napoli è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24