Home Calcio Serie A Secondo Grassani c’ è da rivedere il protocollo

Secondo Grassani c’ è da rivedere il protocollo

Mattia Grassani, legale della SSC Napoli, in merito al caos di ieri circa la partita con la Juventus è intervenuto al microfono di Radio Kiss Kiss Napoli: “Siamo di fronte ad un provvedimento dell’autorità sanitaria locale che impone prescrizioni rispetto alle quali il Napoli ha chiesto dei chiarimenti. Il Napoli ha cinque provvedimenti: due emessi dall’Asl, uno dal capo di gabinetto della Regione Campania e poi ha richiesto ad entrambe le autorità se fossero sicuro. Ieri alle 5 è arrivato il provvedimento dell’Asl di Napoli Nord, con doppia firma. Se il Napoli non avesse ottemperato a questo provvedimento avrebbero vissuto un procedimento penale con grossi rischi. Il Genoa è partito con due positivi, ora ne ha 22”. 

SE FOSSE 0-3 A TAVOLINO – “Sarebbe una pagina bruttissima di sport, o meglio non-sport. Sarebbe un attentato al campionato. Tutto è stato deciso prima della gara dalle autorità competenti. Ora bisognerebbe risedersi e riscrivere il protocollo. In una città si fa in un modo, in un’altra città si fa un altro. Lo 0-3 a tavolino sarebbe la negazione di valori sportivi meritocratici, sarebbe un attentato all’attendibilità del campionato. Non dimentichiamoci che Palermo-Potenza in Lega Pro ha vissuto la stessa storia. La Lega Pro ha rinviato però la gara, sposando il provvedimento dell’Asl di Potenza”.

QUESTIONE RICORSO? – “Noi siamo ancora davanti al Giudice Sportivo e gli abbiamo preannunciato la nostra intenzione di difenderci, con la possibilità di mostrare questi cinque atti che abbiamo a disposizione. Più li leggo e più mi pare che o ho sbagliato. Gli approfondimenti in una situazione del genere sono ben accetti perché si parla di tutela della salute. Tempi? Dovrebbe passare almeno qualche giorno. Il Giudice Sportivo di solito si pronuncia il martedì. Speriamo che non arrivi lo 0-3 a tavolino dal Giudice Sportivo, vorrebbe dire che ha capito che il Napoli vuole fare chiarezza. C’è stata un po’ di disinformazione, dei documenti non sono stati neanche letti da qualche istituzione a cui li abbiamo inviati”.

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