L’ex difensore di Napoli- Reggina e Palermo Salvatore Aronica ha rilasciato un’intervista al sito Gianluca Di Marzio.com. Ecco le sue dichiarazioni: “Ho sempre giocato con calciatori più bravi di me, ma con la malizia e grinta sono arrivato in alto. Adesso i giovani calciatori pensano ai tatuaggi, io insegno ai miei ragazzi della scuola calcio che ci devono credere e non mollare mai. Dopo che mi sono ritirato, ho preso il patentino per allenare in Terza categoria, ora attendo quello di seconda per fare l’allenatore. Ora collaboro con il Calcio Sicilia, una delle società più importanti di Palermo a livello giovanile. L’allenatore che mi fece esordire in serie A fu Lippi alla Juventus, con il quale vinsi uno scudetto. la stagione della penalizzazione di -15 alla Reggina con Mazzarri in panchina non la dimenticherò mai, facemmo un miracolo raggiungendo la salvezza. Diventammo tutti cittadini onorari di Reggio Calabria. Infatti ho chiuso la carriera alla Reggina, dopo la mia esperienza con il Napoli. A Napoli ritrovai proprio Mazzarri e furono annate straordinarie con la difesa a tre Cannavaro-Aronica-Campagnaro. Vincemmo la Coppa Italia e ricordo le imprese in Champions League contro Bayern Monaco, Manchester City e Chlesea. Nello spogliatoio c’era molta allegria con i sudamericani, il dj era Lavezzi. Capìì quanto fosse forte Cavani già dalla prima partita che disputò in Europa League contro l’Elsfborg. Giocò lui perché nelle ore precedenti alla partita Quagliarella era già stato ceduto alla Juventus e questo creò pure tensioni tra i tifosi. In quegli anni ricordo con piacere le battaglie con grandi attaccanti Drogba e Ibra. Una volta in un Milan-Napoli feci innervosire Ibra quando il risultato era ancorato sullo 0-0,lui perse la calma e mi diede uno schiaffetto. Quell’episodio ancora in molti non se lo sono dimenticato. Gli anni più emozionanti della mia carriera sono stati quelli di Reggio e Napoli. I più deludenti a Palermo, proprio nella mia città. Zamparini mi ofrìì un contratto a 35 anni e accettai subito, ma in Sicilia non andò bene, perché il presidente fece confusione esonerando tutti e mi costrinse ad andare via. Dopo quella stagione restai fermo un anno e mezzo soprattutto perché avevo portato tutta la mia famiglia in Sicilia”.
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