Home Senza categoria In Ryder Cup gli Usa vogliono riscattare la ‘beffa di Medinah’

In Ryder Cup gli Usa vogliono riscattare la ‘beffa di Medinah’

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“La squadra europea sulla carta è più forte. Ma io ho molta fiducia nei miei giocatori e nel loro desiderio di riscatto. Le nostre motivazioni le coltiviamo dal 2012. E sono grandi”. Tom Watson, capitano della squadra statunitense priva di Tiger Woods, si appella all’orgoglio per caricare i suoi, due anni fa sconfitti in quella che è passata alla storia del golf come “la beffa di Medinah”. Al Country Club di Chicago la rimonta dell’Europa, nel giorno conclusivo del torneo, ebbe dell’incredibile: gli Usa, avanti 10-6, crollarono nel giro finale, finendo sconfitti per 14,5 a 13,5. L’ultimo mezzo punto lo portò Francesco Molinari, pareggiando con Woods. Quest’anno non ci saranno italiani in campo, colpa di un’annata sottotono. Da domani a domenica torna la Ryder Cup, il più importante evento golfistico del mondo (500 milioni di telespettatori), ospite dei green scozzesi di Gleneagles. L’Europa è campione in carica (nonché vincitrice delle ultime due edizioni) del torneo che, dal 1927, ogni due anni mette in palio la supremazia mondiale tra le maggiori potenze in questo sport. Una sfida che gli Stati Uniti hanno vinto 25 volte, contro le 12 dei ‘cugini’ d’oltreoceano (in due casi finì in parità). Ogni equipe conta 12 giocatori. Gli Usa schierano un solo golfista tra i primi sei del mondo (Jim Furyk, n.4) e Watson – che ha vinto otto major – ha scelto di costruire la squadra attorno al veterano Phil Mickelson, 44 anni, alla decima partecipazione di fila (record) in Ryder Cup. Poi due giovani di talento: Patrick Reed, 24 anni, e – soprattutto – Jordan Spieth, 21 anni, secondo al Masters 2014, dietro Bubba Watson, alla prima partecipazione. “Sono entusiasta di questa squadra. Ogni suo membro è in grado di produrre grande golf. Il mio compito è di ispirarli perché le motivazioni ci sono già” spiega Watson, vincitore della Ryder Cup come giocatore-capitano nel 1993, anno in cui l’Europa incassò l’unica sconfitta interna nelle ultime 10 edizioni. La ‘stella’ del team europeo è naturalmente il nordirlandese Rory McIlroy, n.1 mondiale, già dominatore quest’anno degli Open britannici e dello US PGA. Al suo fianco il capitano Paul McGinley ha chiamato – tra gli altri – Sergio Garcia (Spagna, 34 anni, n.3), Henrik Stenson (Svezia, 38, n.5) e Justin Rose (Inghilterra, 34, n.6). Per ‘motivare’ tali campioni McGinley ha chiamato Sir Alex Ferguson, l’allenatore che ha fatto del Manchester United uno dei più grandi club calcistici del mondo.

fonte:Ansa.it

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