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Mazzarri: “Ecco le mie verità!”

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Sulla stagione appena conclusa: “Obiettivo centrato. Come avevo detto durante l’anno mi facevate delle domande a cui non potevo rispondere perché l’anno non era finito. Parlano i fatti, la classifica, l’obiettivo raggiunto. E questo obiettivo non era scontato. Credo sia stato un anno positivo, dove abbiamo fatto cose molto buone. Devo ringraziare il mio staff”.

Resterà all’Inter?: “Sicurissimo anche perché ho un contratto. Sono molto soddisfatto e contento della telefonata arrivata dopo il successo contro la Lazio. Thohir mi ha chiamato felice per aver centrato l’obiettivo. Di Moratti avete visto durante la festa di addio di Javier e questo mi ha dato soddisfazione”.

Cosa risponde ai detrattori?: “Parlo con i numeri: quando si centra un obiettivo come fai a non definire una stagione positiva?”

Errore maggiore che ha commesso?: “Si poteva fare di più, ma col senno di poi. Troppi pareggi, alcuni di questi erano vittorie gettate al vento. Alcune volte non siamo stati cinici, cattivi per vincere le partite”.

Cosa le ha dato più fastidio sulle critiche ricevute?: “Sono molto autocritico e quando capisco che la critica è oggettiva la accetto. Sono nato per il confronto, voglio che mi si dicano le cose. Poi quando capisco che la critica non parte da certi presupposti non ascolto nemmeno, vado avanti per la mia strada”.

Quanto è importante il suo rinnovo?: “Di questo ha già parlato Ausilio. L’importante è che ci sia grande stima e questo lo vedo giorno dopo giorno. Mi è successo di stare a scadenza col Napoli e ho fatto benissimo, posso far bene anche qui con un solo anno di contratto. Il direttore ha comunque detto che si parlerà di un prolungamento e si valuteranno certe dinamiche, ma vedo unità d’intenti”.

Sul mercato: “Ho cercato sempre di far bene a livello di produzione tecnica. Se non possiamo competere ad armi pari con certi parametri dobbiamo lavorare su ciò che abbiamo. Col lavoro ci possiamo avvicinare alle altre e comunque di questo parleremo con la società e la società valuterà il da farsi. Quando partiremo il primo giorno di ritiro vi dirò quel che penso su quel che abbiamo fatto e quel che vogliamo fare l’anno prossimo”.

Sull’addio dei senatori: “Orgoglioso di aver accompagnato questi 4 campioni che hanno fatto la storia dell’Inter nel migliore dei modi. Li ringrazio per quello che hanno fatto. Mancano questi riferimenti ma io ho vissuto un anno all’Inter e posso trasferire tante cose ai nuovi giocatori, a quelli riconfermati. Si è iniziato questo progetto con dei giovani che sono cresciuti e questo mi fa pensare positivo”.

Sui fischi circa l’utilizzo di Zanetti nell’ultima a San Siro: “L’allenatore dell’Inter era concentrato a tornare in Europa. E col senno di poi vedendo come è andata con la Lazio penso saranno contenti i tifosi per come ho gestito l’addio al campo di Zanetti. Lui è entrato nel momento giusto, ha contribuito a portare al termine un risultato acquisito o semi-acquisito e tutto è andato bene: l’Inter ha vinto una partita importante, Zanetti ha potuto salutare il pubblico a lungo e questo era concordato col giocatore”.

Aveva sottovalutato qualcosa?: “Ogni anno ho cercato sempre di apprendere qualcosa. C’è stata una situazione quasi storica da affrontare come quella del cambio di proprietà. Ora posso dire che sono stato messo alla prova, mi sono stancato un po’ di più degli altri anni ma ho la soddisfazione di aver portato la barca in porto e mi fa piacere che la Società me l’abbia riconosciuto”.

Su Torino e Parma che hanno fatto quasi gli stessi punti: “Le rivelazioni ci sono sempre e hanno meno pressioni. Io stesso ho guidato squadre rivelazioni, ma alla fine conta sempre l’obiettivo e l’Inter ha chiuso al quinto posto. Consideriamo che l’Inter era in un momento particolare di ristrutturazione e la matematica non può essere applicata a certi parametri”.

Come l’Inter affronterà l’Europa League? “L’anno scorso abbiamo sfruttato l’Europa League cercando di far crescere i giovani e cercando di non perdere punti in campionato. Questa è stata una scelta ben precisa fatta a Napoli che ha dato anche i suoi frutti, vedi la crescita di Insigne. Per l’Inter vedremo l’organico che avremo il prossimo anno”.

Ancora sulla squadra: “Dopo la Fiorentina siamo la squadra che ha giocato di più nell’area avversaria, abbiamo acquisito una mentalità propositiva. Certo, siamo stati molto altalenanti e su questo abbiamo riflettuto e cerchiamo di farne tesoro in vista del prossimo anno”.

Cosa serve a questa Inter?: “Lo vedrete dal primo giorno di ritiro. Ci saranno dei confermati e la prima settimana lavorerò anche sulla difesa a 4. Vorrei giocare con 4 dietro e un metodista. Un giocatore alla Luiz Gustavo, che è irraggiungibile, è un tipo di giocatore che sarebbe perfetto per la mia idea di gioco. Vorrò che la mia squadra riconosca subito i 3 moduli che ho in mente”.

Obiettivo zona Champions?: “Thohir l’ha detto, ha dato un tempo. Lui considera il primo anno la partenza del prossimo. Questo è stato un anno di transizione. Io poi cercherà di tirare la macchina oltre le aspettative e dopo esser stato un anno posso dire di essere più a mio agio a condurre questa squadra”.

Ancora sul mercato: “Considerato che avremo due competizioni dobbiamo pensare in modo diverso. Cercheremo dopo il mercato di avere un undici base ma saranno tutti a dover lottare per il posto di titolare”.

Si partirà a 4 dietro?: “Non ho detto questo. Ho detto che i ragazzi conoscendo già due moduli di gioco vorrei che imparassero anche quest’altro, senza improvvisare”.

Sulla Coppa Italia: “Se le scelte in quel momento le ho fatte in quel modo è perché andavano fatte così”.

Mikel può interessare?: “Quando ho detto Luiz Gustavo l’ho nominato per fare un esempio inarrivabile. Adesso non voglio far nomi perché non voglio dir nulla sul mercato”.

Su Milito: “E’ stato infortunato a lungo e uno dei miei grandi rammarici. Però nel frattempo è arrivato Icardi che ha fatto molto bene e ci siamo creati già una buona base di partenza con un giovane di prospettive e che ci fa sperare”.

Lei è stato un valore aggiunto?: “Io riporto i dati: guardate la classifica dell’anno passato. Dalla nona in classifica in poi le uniche squadre che hanno migliorato la classifica sono la Roma e noi. Guardiamo poi il mercato delle altre e guardiamo il nostro mercato. Questi sono i numeri e dicono che questo è stato un anno positivo”.

Verrà sacrificato qualche big? Rientrerà qualche giovane?: “Sul mercato devo parlare poco, sono cose che mi dirà la società in base ai parametri. Circa i giovani stiamo valutando, anche perché le liste Uefa ci impongono un numero minimo di giovani”.

Si può fare un confronto tra la sua Inter e il suo Napoli?: “Difficile dirlo, realtà diverse, annate e giocatori diversi. Anche al Napoli era un anno particolare, per un altro motivo. Per dire questo aspetterei”.

Qualche cambio nello staff?: “Quando lavoro ho il mio gruppo di lavoro, poi la società mi mette a disposizione delle persone e le valuto. Ma non decido, non sono il presidente che assume e manda via le persone”.

Su Kovacic: “Un giocatore di qualità. E quando le caratteristiche lo consentono lo metti avanti, non puoi lasciarlo davanti alla difesa. Mi viene in mente Hamsik, che se lo facevo giocare mediano non poteva segnare 12 gol. Kovacic da quando è arrivato ha inciso nei risultati nel finale in maniera esponenziale, prima no”.

Cosa farà in vacanza?: “Spero di staccare 10 giorni, fumare meno”.

Pensa a perfezionare l’inglese?: “Non ho tempo. 15 anni fa lo sapevo benino, facendo l’osservatore per il mondo. Diciamo che le cose elementari le so”.

L’Inter può fare a meno di Guarin?: “Dipende come sarà l’idea che porterò avanti, chi arriverà. Io faccio valutazioni, scelte. Ora non posso parlare tanto”.

Dopo un anno si sente più interista?: “Io spero di vincere non tanto perché gioisco ma perché poi ne consegue anche l’umore in settimana. Io sto peggio dei tifosi quando la squadra perde. Le mie reazioni sono fatte in base a quel che penso possa essere la risposta della squadra”.

Sugli arbitri: “Parlo con i numeri: siamo la maglia nera dei rigori assegnati. E questo nonostante la supremazia territoriale nell’area avversaria. I dati sono questi”.

 

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