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La storia del bomber da 200 gol che tifa Napoli: “Felice della mia carriera”

evacuo_feliceInteressante articolo a firma di Francesco Caruso che sul sitoGianlucaDiMarzio.com ripercorre la carriera del bomber napoletano Felice Evacuo. Ecco il pezzo in questione:

E’ ancora tempo di calciomercato e in Serie A, mai come quest’anno, è caccia ai bomber. Voglia di gol e di arieti implacabili che hanno la rete nel sangue. I vari Mandzukic, Dzeko, Bacca, Luiz Adriano, hanno già strappato il biglietto per l’Italia, Ibrahimovic forse rimarrà un sogno. Tutti stranieri… ma i vecchi goleador italiani che fine hanno fatto? Ci sono sempre stati e continueranno ad esserci. Segnano gol a grappoli, con una facilità disarmante, proprio come fa Felice Evacuo: quasi 200 i gol in carriera. Tanto per non perdere l’abitudine, Evacuo ha segnato una doppietta nell’ultimo turno di Coppa Italia contro L’Aquila con la maglia del Novara. Pochi giorni prima era arrivata un’altra doppietta in amichevole contro l’Atalanta. Non una novità per lui che è stato per due volte capocannoniere in Lega Pro e in Coppa Italia. La storia di Evacuo comincia nella Turris, dove si mette in luce a suon di gol ad appena 17 anni: 13 in un anno e mezzo in Serie C2. “Degli inizi della mia carriera ho solo ricordi positivi – racconta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.comperchè era un periodo in cui ancora pensavo al calcio in modo spensierato, senza alcun tipo di tensione o pressione. Sono stati anni fondamentali per la mia crescita, dalla Berretti alla prima squadra, tre stagioni in cui mi sono trovato benissimo con tutti i compagni”.

La Lazio lo nota e lo mette sotto contratto. In rosa ci sono campioni assoluti in attacco, come Hernan Crespo, Marcelo Salas, Claudio Lopez e Fabrizio Ravanelli. Le speranze di ritagliarsi uno spazio ridotte all’osso con quei “mostri” lì: “Era ancora la Lazio di Cragnotti, imbottita di campioni come anche Nesta, Mihajlovic, Simeone… Giocare in una squadra del genere era un sogno, trovare spazio in campo complicato. Certo che mi sarebbe piaciuto ma allo stesso tempo mi rendevo conto che c’erano tanti fuoriclasse che effettivamente erano più forti. Li guardavo, cercavo di rubare qualche trucco del mestiere, di imparare, soprattutto da quelli che giocavano nel mio stesso ruolo, però mi rendevo conto che erano di un altro pianeta”.

Due presenze in Serie A nel 2000-2001. Poi prevale la voglia di scendere in campo e diventare protagonista, magari per mettere in pratica i tanti insegnamenti. Dopo una breve esperienza nella Florentia Viola è tra Lazio e Campania che si sviluppa la sua carriera: con le maglie di Avellino e Benevento segna anche 25 gol a stagione. La chiamata di un club di A non è arrivata, ma lui non si è sentito snobbato: “Penso che nel bene o nel male, ogni calciatore alla fine faccia la carriera che merita. Se ci sono delle categorie è perchè al loro interno i giocatori possono mostrare al meglio il loro valore. Magari avrei potuto fare scelte diverse in alcune circostanze, ma la voglia di vincere sempre mi ha portato a volte a scendere di categoria, per giocare in squadre che avevano l’ambizione di ottenere la promozione”.

La maggior parte della sua carriera si è sviluppata “in casa”, nella sua Campania. Difficile per lui sbilanciarsi su una stagione preferita: “Tutti i campionati hanno momenti belli e brutti, non posso scegliere uno migliore degli altri. Sicuramente l’esperienza di Avellino e di Nocera sono stati positivi dal punto vista personale e calcistico, per i risultati ottenuti. L’esperienza di Benevento è quella che umanamente mi ha segnato di più, perchè ci ho giocato tanti anni ma non sono mai riuscito a vincere: rimane uno dei pochi rammarichi della mia vita”. Manca una squadra in particolare, che poi è la squadra del cuore di Felice. Il Napoli è alla ricerca di un vice Higuain, magari è la volta buona per coronare il sogno di giocare con quella maglia. Evacuo ci spera ancora? “Assolutamente no (ride n.d.r.). Il Napoli in questo momento ha raggiunto livelli importantissimi, negli ultimi anni ha fatto la Champions League, ci sono tanti giocatori forti. Sono curioso di vedere quello che riuscirà a fare quest’anno, perchè si è parecchio rivoluzionato, dall’allenatore ai tanti giocatori nuovi, giovani che non hanno grande esperienza europea ma sono molto validi. Sono curioso di vedere dove potrà arrivare questa squadra”.

I grandi bomber hanno dei riti scaramantici. Inzaghi ad esempio mangiava i biscotti Plasmon prima del match o faceva una visita ai bagni… Evacuo ha dei riti particolari? “No, perchè sono un uomo di fede e quindi non sono scaramantico. Però penso che alla fine non solo ogni calciatore, ma ogni persona è legata ad alcune cose che si pensa portino fortuna o meno, me compreso. Però poi alla fine si scende in campo e lì si decide tutto, quindi sono cose che lasciano il tempo che trovano”. Modello? Non poteva che essere un centravanti classico, e non uno qualunque: “Anche per una questione di somiglianza fisica, un giocatore che mi è sempre piaciuto è Christian Vieri. Io sono un attaccante e penso che Vieri sia forse l’ultimo grande centravanti italiano che abbiamo potuto ammirare”. Per la simpatia e l’umiltà, oltre che per la sua bravura, la chiamata del Napoli la meriterebbe veramente. Comunque andrà, un bel ricordo legato alla squadra campana lo porterà sempre con se: “La doppietta fatta agli azzurri con la Sassari Torres è stata una delle partite più emozionanti della mia carriera, sia perchè giocavo contro la squadra del mio cuore sia per la scommessa fatta. Se avessimo vinto la partita il pegno da pagare era di andare a fare il bagno a mare e così abbiamo fatto la mattina seguente. Solo che era fine gennaio: l’acqua era gelata e non fu una scelta molto felice. E’ un episodio che ricordo ancora bene e che porterò sempre con me”.

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