Home Copertina Kalidou Koulibaly: “Crediamo di poter vincere lo scudetto”

Kalidou Koulibaly: “Crediamo di poter vincere lo scudetto”

Il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly ha rilasciato un’intervista interessante ed esclusiva al Corriere dello Sport. Ecco le sue parole: “Napoli non ti tollera, ti ama. Ne ho avuto la testimonianza e ripetutamente, non solo nei momenti felici che ti regala il calcio, ma anche nella quotidianità. Una delle giornate più dure dopo l’autorete alla Juventus, me l’ha addolcita la gente. Ho già dimenticato tutto.

Se Maradona dice tutte quelle cose su di me, significa che sono sulla buona strada, anche se il percorso è lungo e sapere che abbai al 26 è un orgoglio .Dopo il gol del 22 aprile, ho sentito vibrare Napoli in tutto il mondo. De Laurentiis ha fatto male a rifiutare 100 milioni per me, ora sarebbe più ricco(riden.d.r). Ma ha deciso così. Posso valere 150 milioni di euro, il mercato è strano è fatto così. Lo scudetto lo vincerà il Napoli lo scriva, noi ci crediamo la sconfitta di Torino non lascia tracce e poi il campionato è appena iniziato.

Quando mi chiamò Benitez, posai il telefono perché pensavo che fosse lo scherzo di qualche amico, invece era proprio lui. Quando ci fu il primo incontro, mi lasciò senza parole. Mise undici bicchieri sul tavolo e disse: “Noi giochiamo così, ci muoviamo così che matto”. Benitez è una persona straordinaria che ha creduto in me e ha fatto di tutto per volermi qua. Gliene sarò grato per sempre. Sarri mi mandò in panchina la sera in cui nacque Seni, dopo che avevo lasciato mia moglie in ospedale. Benitez lo devi frequentare per accorgerti che è diverso da come te lo immagini. Sarri no, lo percepisci subito.

L’esortazione di Martin Luter King purtroppo è ancora terribilmente attuale, pure nel calcio italiano. Io sono cresciuto leggendo Martin Luter King e Malcom X, prendendoli come modelli, istruttori ed educatori, simboli di una sfida che va vissuta insieme e , nel nostro caso, soprattutto attraverso le leggi. IL razzismo negli stadi va sconfitto, ma per riuscirci, ancor prima delle leggi dello sport serviranno quelle dello stato, deterrenti che aiutino a frenare queste insane abitudini. Si faccia come in Inghilterra, si proceda con le espulsioni, anche a vita se necessario, altrimenti rischieremo di essere prigionieri di minoranze che potrebbero moltiplicarsi. E se la ferita dell’ Olimpico si rimarginò quasi in fretta, perché ritenni che quel giorno fossimo in presenza di un caso, a San Siro rimasi stupito, perché Milano è città più cosmopolita, nell’immaginario, la più Europea delle metropoli italiane. Non riuscii a capire in ognuno dei due casi, perché mai ci fosse quell’atteggiamento nei miei confronti, come non riesco a farmene una ragione quando capita ad altri. Ne sono pianamente convinto che è razzismo pure dare dello zingaro a Mihajlovic, insultare Insigne e invocare il Vesuvio. Perché non riguarda solo il colore della pelle. A me fanno il verso della scimmia, a Mihajlovic al quale dedico un pensiero personale-l’offesa riguardo le sue origini. Ed è grave, insopportabile. Ho provato, a volte, a tranquillizzarlo Insigne dai, passa. Invece ho sbagliato. Passerà se ci opporremo, se ci saranno interventi seri. Offendere Lorenzo che, è un patrimonio del nostro calcio e non solo un nostro giocatore, che è uno dei talenti della Nazionale, significa voler offendere l’ Italia stessa, avercela con il tuo vicino, con chi ti appartiene”.

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Claudio Gervasio nato a Napoli. Ha conseguito il diploma di Liceo Lingustico, la laurea in scienze della Comunicazione all'Unisob con master di Scienze Investigative Criminologiche e politiche della Sicurezza. Appassionato di giornalismo, è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24