Azzurri 4 volte ancora campioni d’Italia e 7 tricolori in totale in bacheca. E’ questo uno scenario remoto, ma possibile, che potrebbe concretizzarsi a seguito dell’indagine sul caso plusvalenze in cui è coinvolta la Vecchia Signora. Questi i presupposti ed il punto della situazione.
Fuga per la vittoria. Grazie agli 8 punti di vantaggio accumulati sul Milan secondo in campionato dopo 15 giornate, il Napoli viaggia come una locomotiva inarrestabile verso la conquista del terzo tricolore della propria storia. A fine stagione, tuttavia, questo potrebbe non essere l’unico titolo ad essere festeggiato nel capoluogo campano. La vicenda relativa all’inchiesta condotta dalla Procura di Torino su alcuni reati finanziari commessi dalla Juventus potrebbe avere dei risvolti significativi anche per la società di Aurelio De Laurentiis. Il club partenopeo di fatto potrebbe ritrovarsi con ben 7 Scudetti in bacheca. 2 quelli vantati dai campani nel proprio palmarés (1986/87 e 1989/90), a cui si aggiungerebbero quello eventualmente conquistato alla fine di questa annata e ben 4 campionati revocati alla Vecchia Signora.
Nel dettaglio gli inquirenti ipotizzano e contestano ai dirigenti dimissionari del club bianconero (tra cui l’ex presidente Agnelli) addirittura 4 reati di natura finanziaria. False comunicazioni sociali (art. 2622 cc), ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 cc), manipolazione del mercato (art. 185 D.Lgs 58/1998) e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art.2 D.Lgs 74/2000). Si tratta di accuse piuttosto gravi per i quali il nostro ordinamento prevede la reclusione in carcere.
La Juventus, a sua volta, è indagata in qualità di persona giuridica. L’ipotesi di reato è quella all’art.2, 5 e 25 del D.Lgs n.231/2001, riferita alla responsabilità dell’ente, ai reati tributari e agli abusi di mercato. Anche in questo caso si tratta di una contestazione da non sottovalutare. Se riconosciuto l’illecito, si applicherebbe una multa, “la sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote elevabile fino a un terzo”.
Questa, tuttavia, potrebbe non essere l’unica pena inflitta. Così come confermato di recente anche dallo stesso Mattia Grassani, legale della SSC Napoli, i magistrati dovranno stabilire se le operazioni, non marginali, abbiano avuto un impatto decisivo nei bilanci della Juve, garantendone così la sopravvivenza. Bisognerà verificare quanto le presunte violazioni abbiano inciso sull’iscrizione delle Zebre ai campionati, drogando il principio di parità competitiva sportiva. Nel caso di accertato doping amministrativo, infatti, le sanzioni previste dalla legge sarebbero parecchio pesanti. Penalizzazione in graduatoria, retrocessione o perfino lo Scudetto revocato.
In quest’ultimo caso i titoli andrebbero assegnati alle seconde classificate. Il Napoli sarebbe addirittura quattro volte Campione d’Italia, con tre scudetti anche alla Roma e due alle milanesi:
11-12 Milan
12-13 Napoli
13-14 Roma
14-15 Roma
15-16 Napoli
16-17 Roma
17-18 Napoli
18-19 Napoli
19-20 Inter
Questa possibilità appara tuttavia allo stato piuttosto remota. I flussi finanziari e gli esercizi contabili finiti sotto la lente della procura sarebbero solo quelli relativi al periodo di tempo dal 2018 al 2021. A meno che l’indagine venga estesa alle operazioni condotte dal club bianconero anche anteriormente a questo lasso di tempo, l’unico Scudetto che potrebbe essere concretamente assegnato al Napoli è quello della stagione 2018/19, quando in panchina c’era Carlo Ancelotti. Quasi nessuna possibilità di riconoscimento, dunque, per il Napoli da 91 punti di Maurizio Sarri.
La nuova dirigenza della Vecchia Signora ha emesso, pochi giorni fa, un comunicato con cui dichiarava che il club avesse operato nel rispetto delle leggi e della giustizia. E’ tuttavia innegabile che in casa Juve, come può osservarsi dalle reazioni social di parecchi tifosi ed addetti ai lavori, ci sia per il momento tanta preoccupazione.
Gianmarco Apuzzo
Fonte foto: Tuttomercatoweb.com
