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Il cervellotico turnover di Benitez e la sconfitta di Udine. Il Napoli vittima dei propri mali

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Una squadra senza killer instinct, disattenta, priva di grinta e disordinata così appare attualmente il Napoli. Dopo il passo falso contro il Chievo, i partenopei subiscono la seconda sconfitta di fila, questa volta non possono esserci alibi o giustificazioni, quello che era un campanellino d’allarme adesso sta prendendo le forme di una bomba pronta ad esplodere in caso di altri risultati negativi. Un turnover cervellotico quello che propone il tecnico Benitez, piazzando in mediana l’inedita coppia Gargano-David Lopez, confermando Britos come terzino, riuscendo a snaturare Zuniga e tentando la carta Michu. L’allenatore iberico sembra non avere più il controllo della squadra, e i suoi cambi peccano di presunzione, non si può affrontare una squadra ben organizzata come l’Udinese provando alcuni originali esperimenti tattici. Il 4-2-3-1 marchio di fabbrica di don Rafè appare poco logico per interpreti inadatti a tale modulo e a giocatori che sembrano in precarie condizioni fisiche, uno schema che col passare delle giornate diventa sempre più prevedibile.

Un turnover che avrebbe avuto senso in una partita di Europa League ma alquanto impraticabile in un match difficile come la trasferta del Friuli. L’ ostinazione di puntare su Britos in un ruolo innaturale per il gigante uruguaiano lascia perplessi, il sudamericano non riesce a dare un efficace contributo nella fase offensiva ed è costretto ad affrontare sulla fascia avversari più veloci e sguscianti mettendo così in difficoltà l’intero reparto arretrato. A centrocampo Gargano è l’esempio della grinta e del dinamismo ma perde troppi palloni sanguinosi e non ha la capacità di impostare il gioco, grave pecca per un modulo che prevede solo due mediani. Enigmatiche le scelte di provare Zuniga fuori ruolo e Michu in evidente stato di fuori forma e lasciare in panchina Hamsik, Callejon e Mertens. Il caso del trequartista belga è bizzarro: un giocatore del suo calibro non può subentrare ogni volta dalla panchina per un Insigne sempre più deludente e aspettarsi che in trenta minuti risolvi la partita.

Un altro aspetto preoccupante è l’incapacità di difendersi sulle palle alte e sui calci piazzati, con Athletic Bilbao, Genoa, Sparta Praga e Udinese si sono visti i soliti errori, quando gli avversari riescono a far arrivare la palla nell’area di rigore azzurra sono dolori. Approssimativa la preparazione dei calci d’angolo anche in fase offensiva, sono situazioni importanti che soprattutto in un campionato tattico come quello italiano è necessario sfruttare. Il Napoli in queste giornate ha sempre subito goal, e contro squadra compatte e brave a chiudersi dietro non è sempre possibile la rimonta o comunque cercare di fare più reti dell’avversario. Particolare è anche lo stato di salute che sta attraversando l’attacco partenopeo a secco da due giornate in campionato, Higuain ,autentica macchina da goal la scorsa stagione, non viene rifornito adeguatamente e spesso lasciato da solo. Molti pronosticavano un inizio folgorante per Il Napoli favorito da un sorteggio che nelle prime giornate avrebbe favorito gli azzurri, ma la realtà è che i partenopei dopo solo tre partite hanno un divario da Roma e Juventus di 6 punti, un’ enormità se si pensa che le dirette rivali degli azzurri sono a bottino pieno e danno l’impressione di stracciare la concorrenza, oramai quel sogno tanto decantato ad inizio stagione sembra sempre di più trasformarsi in un terribile incubo

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