Home News Gianluca Aureliano: “In un Roma-Napoli chiamai Rocchi al VAR”

Gianluca Aureliano: “In un Roma-Napoli chiamai Rocchi al VAR”

AIA

L’arbitro Gianluca Aureliano è stato intervistato dai microfoni di TeleLombardia. Ecco l’intervista:

Che gara sarà Torino-Parma di lunedì?
“Sono sempre attento e sono tutte belle gare. La preparo in maniera congrua. Questa si tratta di una gara importante e la si prepara guardando le partite e analizzando gli episodi negativi. Si studia come giocano le squadre. A me, però, in particolare interessa la preparazione della mia squadra, trovando le giuste motivazioni che sono fondamentali per capire il momento dei giocatori in campo. Al di la degli episodi che possono essere giusti o sbagliati”.

Qual è rapporto con i tifosi?
“Mancano. Anche a noi. Perché per noi sono il ‘settimo uomo’. Senza di loro anche per noi l’approccio alla partita è più complicato perché ci sembra un’amichevole”.

La diffida di un calciatore condiziona il lavoro di un direttore di gara?
“Sinceramente no. Perché noi non prepariamo la gara sui giocatori. Noi lavoriamo sulla tipologia del fallo. Noi non siamo condizionati, è il calciatore che lo è e che deve valutare come operare in campo”.

Quanto incide la pressione mediatica sull’operato degli arbitri?
“Il fatto che una testata possa fare un titolo o un articolo è un problema di chi scrive e di chi legge. Noi non siamo condizionati. Noi lavoriamo sugli episodi. Il bello del calcio è vederlo in maniera naturale e non vivisezionandolo immagine per immagine”.

Il VAR è più un aiuto o un’ingerenza?
“Il VAR lo vediamo come il nostro migliore amico. Non è ingerente né ha problemi d’intervenire. Al netto dei VAR Pro il nostro è un gruppo che è sia arbitro che VAR. Per noi è il miglior amico che ci mette il dito nella piaga, non quello che ci protegge”.

Un arbitro inesperto può essere influenzato da uno con più carriera?
“Io ho 15 gare in Serie A e più di 100 in B e proprio quando ero in cadetteria ho iniziato a fare il VAR. E l’ho fatto in gare come Roma-Napoli con Rocchi in campo e quando ho avuto un dubbio su un rigore l’ho chiamato al monitor. A parti invertite un arbitro inesperto si sente supportato dal collega più esperto nelle sue decisioni. Anche quando viene richiamato”.

Il capitano ha diritto di dialogare con l’arbitro più degli altri giocatori?
“Sì ha diritto di parlare. Ma sempre ricordandosi di dare l’esempio. Se è aggressivo il capitano la squadra segue il suo esempio”.

Col ritorno degli spettatori ci potranno essere delle difficoltà nel riabituarsi?
“Noi non vediamo l’ora di riaverlo. Come i giocatori. Noi non ci snaturiamo se c’è o non c’è il pubblico. Ora che le nostre parole possono essere percepite dalle telecamere è bello perché si capisce cosa diciamo e cosa ci viene detto. E anche qual è nostro approccio. Con il pubblico sarà penalizzata la stampa che non sentirà più ciò che diciamo”.

Quando si potrà sentire il dialogo col VAR?
“Non lo so, ma spero presto”.

Quando si vedrà un arbitro donna in Serie A?
“Non so quando accadrà. Se una donna lo meriterà arriverà sicuramente. Si è arbitri a prescindere dal sesso”.

Qual è il rapporto con gli altri arbitri e gli altri componenti della squadra arbitrale?
“Noi siamo come una catena dove se un anello sbaglia il lavoro di tutta la squadra ne risente”.

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Anastasia Marrapodi, laureanda in scienze Politiche. Collaboratrice spontanea di MundoNapoliSport24.