Home Calcio Serie A Gian Piero Ventura: “In questo momento Jorginho nella Nazionale non ci serve”

Gian Piero Ventura: “In questo momento Jorginho nella Nazionale non ci serve”

L’ex tecnico del Napoli Giampiero Ventura ora alla Nazionale è stato intervistato dal Mattino. Ecco le sue parole: “Stanno cercando di farmi abbassare la libidine, ma fare il Ct è diverso. Prepari le partite in 48 ore senza avere il contatto quotidiano con i calciatori. la chiamata della Nazionale per me è stato un motivo di grande orgoglio. Avevo ancora due anni di contratto con il Torino. Ho vacillato e  ho accettato l’offerta per allenare l’ Italia. Quando affronti le Nazionali più forti tipo Spagna, Francia, Inghilterra e Germania dobbiamo vedere quanti giocatori giocano nei rispettivi campionati. Con la Spagna c’è un dislivello qualitativo e fisico. L’Under 21 ha preso tre gol, noi tre e anche la Juve dal Barcellona lo stesso numero di reti. Per colmare questo divario abbiamo due strade. O aspettare che fra 15 anni crescano nuovi Del Piero Totti, oppure dovremo lavorare nell’immediato per trovare una soluzione. Non è colpa mia se non siamo più testa di serie, oppure se ai Mondiali da questa stagione si qualifica direttamente solo la prima. Quando peschi nel girone squadre come Germania e Spagna ciò può succedere. E’ chiaro che se non dovessimo andare in Russia sarebbe un fallimento. Ma non ci dobbiamo dimenticare di ciò che abbiamo fatto in questo undici mesi. A giugno avremo solo quattro veterani. BuffonChielliniBarzagli De Rossi. Siamo risuciti ad ababssare l’età media della squadra.  Nelle ultime undici partite ne abbiamo vinte otto, pareggiato con Germania e Spagna, perdendo solo il match di Madrid. Non mi va giù nelle critiche che ho ricevuto e che per la sconfitta al Bernabeu sia stato buttato tutto il lavoro fatto in precedenza. Bisogna avere pazienza. Mi sono ispirato per il mio modello di Nazionale alla Germania, visto che l’Italia di Conte era la più vecchia negli ultimi 50 anni.

I tedeschi dopo il fallimento del 2006, ha parlato con i club e ha deciso di pagarli per fare 1-2 ore di allenamento con lo stesso modulo che adopera la Nazionale. Quindi tutti i giovani che indossavano la maglia della Gerrmania, era come se avessero già esordito. Io ci ho provato e ho incontrato quasi tutti i presidenti spiegando loro i pro e i contro e ho raggiunto i risultati. Se un calciatore va in Nazionale il suo valore cresce Poi è normale che si chiede all’allenatore un picoclo sacrificio. La cosa più importante e che abbiamo abbassato la media di 4-5 anni, riuscendo a far venire la voglia di indossare la maglia azzurra a tutti i giocatori, dando un nuovo segno d’appartenenza a questi colori. Insigne agli Europei ha giocato poco perché il modulo non era giusto per lui. A Madrid non ha deluso, perché il problema era più fisico che qualitativo. Sull’inizio a anticipato del campionato se negli ultimi anni solo Milan Napoli hanno superato il preliminare di Champions qualcosa significherà. Lorenzo nell’ultima stagione ha avuto una maturazione compelta. Mi piace molto che Jorginho ci tenga a far parte del gruppo azzurro, ma come per Insigne che non poteva giocare nel 3-5-2, noi non giochiamo con il metodista e mi stupisco che tutti si meraviglino di ciò. Lui è il miglior interpetre di questo ruolo, ma non posso chiamarlo perché in Nazionale uno come lui in questo momento non ci serve. Solo con Israele ho giocato con il 3-5-2 e ho preferito dare continuità al gruppo. Mai come in questa stagione il gap si è ridotto dalla Juventus. Prima il Napoli vinceva solo divertendo, ora la musica è cambiata. In questo momento ha ragione Allegri sul vincere 1-0 senza divertire, ma rispetto alla Juventus il Napoli è più spettacolare. Il VAR come tutte le nuove esperienza va metabolizzato. In questo momento non esistono polemiche. Le parole di Buffon non sono state capite. Pure a lui va bene il VAR. Con questo strumento il gol di Maradona in Messico sarebbe stato annullato, ma Maradona restava sempre lui, anche senza la mano de Dios. Tra la rete di Mertens e quella di Maradona scelgo sempre il gol di Diego. Per le provinciali è sempre difficile fare punti. Una volta c’era l’Ascoli di Rozzi e fare punti in casa loro era un’impresa. Ben venga se le piccole squadre seguissero l’esempio del Carpi di Castori.

Della mia esperienza a Napoli resta il rammarico perché a gennaio andai via dalla squadra azzurra e li iniziò la sua storia. Sono pochi i tecnici che scendono dalla C alla A. Ricordo che quando ci allenavamo a Varcaturo, dovevamo anticipare di un’ora di allenamenti perché c’erano le proteste delle mamme anti discariche. De Laurentiis è partito dal basso e ora la sua società è tra le più forti d’Italia. Ma lui era ambizioso e si capiva ciò anche quando era alle prime armi. Ricordo che tesserammo Sosa e dovevamo giocare, invece ci rinviarono le prime due partite. Ricordo i 60 mila con il Cittadella e i nove giocatori che durante l’intervallo mi chiesero la sostituzione. Mi ricordo pure di Carmando e di Marino che pescava i calciatori in giro per tutta Italia“.

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Claudio Gervasio nato a Napoli. Ha conseguito il diploma di Liceo Lingustico, la laurea in scienze della Comunicazione all'Unisob con master di Scienze Investigative Criminologiche e politiche della Sicurezza. Appassionato di giornalismo, è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24