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Ecco il nuovo tour de force: 7 gare in 22 giorni, Benitez e il suo staff hanno bisogno di tutta la rosa

Benitez e PecchiaIl Napoli  giocherà sette volte nei prossimi 22 giorni. Gli azzurri di Benitez scenderanno in campo ogni tre giorni per cercare di accorciare le distanze dalla Roma e dalla zona Champions distante appena quattro punti, E affronteranno cinque partite di campionato, inframezzate dal doppio turno di andata e ritorno con lo Young Boys in Europa League. E’ il secondo tour de force della stagione e Benitez e il suo staff hanno  pronto un piano particolare per affrontarlo.Una gara ogni tre giorni e mezzo: un massacro, per chi le giocherà «Questo è il calendario e ormai ci siamo abituati», chiosa lo spagnolo,ma il problema rimane serio. Dal punto di vista atletico,psicologico e anche della vita privata: perché sarà dura recuperare le forze e riposare. Ma anche vedere le famiglie diventa assai più problematico.Così Benitez va verso una novità,che in Inghilterra al Liverpool era abitudine ma che anche qui al Napoli ha già sperimentato:pensa di evitare qualche ritiro pre partita.
In pratica, a parte qualche giorno di riposo in più – che è già cosa assai frequente -lo spagnolo prevede in questi 22 giorni che prima di alcune gare casalinghe (Verona e Young Boys per esempio), i giocatori azzurri possano passare la serata a casa.

Benitez – che in serata rientra da Liverpool – in questi 22 giorni si affiderà al turnover: è un’esigenza,o addirittura una necessità. Da qui al 9 novembre il Napoli affronterà Inter, Verona, Atalanta, Roma e Fiorentina (oltre le due con gli svizzeri dello Young Boys) e allora delle due l’una: o Benitez crede di avere una rosa ricca, così da poterla spalmarla su tutte le competizioni sperando di arrivare più lontano possibile. Oppure è convinto di averla modesta,risicata, o insoddisfacente.In questo caso sarà costretto a gestirla la rosa e a quel punto, a un certo momento,dovrà scegliere su quale competizione concentrare le forze, e gli interessi.

In entrambi i casi, un oculato turnover diventa fondamentale. Bel problema,perché ruotare i giocatori lasciando pressoché immutato il valore tecnico e atletico della squadra,senza privarla dell’anima, è un lavoro difficilissimo. Perché Zapata non è Higuain,e neppure Michu è lontano parente di Hamsik .E così via. Per fare queste scelte Benitez si aggrappa ai metodi scientifici di Paco de Miguel e del suo staff per conoscere le condizioni fisiche dei suoi giocatori. Difficile,in ogni caso,vagheggiare rotazioni che lascino invariato il valore della squadra. Rafa lo sa bene. Ma non per questo rinuncerà alla rotazione. Non certo a Milano contro l’Inter di Mazzari Domenica sera, dove non ci sarà nessun turnover, ma le prime tossine da smaltire ancora prima di iniziare il tour de force: il Pipita ad esempio sarà reduce da un lungo viaggio in Oriente con la sua Argentina.

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