Ben quattro stagioni passate a Napoli, condite da due scudetti , una coppa Italia e una Coppa Uefa con la maglia azzurra. Oggi, a 54 anni, Andrea Carnevale può raccontare con piacere i suoi ricordi dell’esperienza azzurra, come ha fatto ai microfoni de Messaggero Veneto:
Facile vincere con Maradona?
“Parliamoci chiaro. Per buona parte delle partite si partiva da 1-0, tanto era incontenibile Diego. Ma noi ci mettevamo del nostro. Quella era una squadra forte. Altrimenti non si vincono due scudetti, una Coppa Italia e un’Uefa nel giro di quattro anni”
La gestione del campione Maradona non era però facile.
“Aveva i suoi difetti, come tutti, ma era un ragazzo d’oro. Io abitavo vicino, in via Manzoni, e spesso era incaricato della sveglia. Diego si addormentava e perdeva la partenza per le tarsferte. Lo buttavo io giù dal letto”
Missione complicata?
“Mi prendevo qualche “vaffa”, ma poi riuscivo nel mio intento”
E sul campo l’intesa funzionava.
“Feci 31 gol in un centinaio di partite a Napoli. E i tifosi mi premiarono con una sorta di petizione. Prima di ogni partita c’erano gli striscioni per Carnevale in Nazionale. Così arrivai a giocare i Mondiali del ’90”
Una ricompensa da Diego?
“Ho ancora un anello composto da tre cerchi che ci regalò in occasione di un suo compleanno. Era fatto così: lui i regali li faceva… E poi i giri in Ferrari”
La Ferrari di Maradona? A Napoli la conoscevano tutti.
“Una volta me la prestò e arrivai in centro scortato da almeno cento motorini. Uno spettacolo. Napoli è una città spontanea e generosa”
E il ricordo indelebile sul campo?
“Il gol scudetto alla Fiorentina. Poi quello nella semifinale di Coppa Uefa”
Carnevale, domenica ritorna al San Paolo da nemico?
“Nemico? No, da avversario. Anche stavolta ritroverò tanti amici. Me ne accorgo dalle richieste di biglietti che mi arrivano. Voglio venire tutti a vedere l’Udinese, ma io li ho avvertiti. Siamo decimati, ma questa squadra ha carattere: li faremo soffrire”
