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Gli attentati non si fermano mai sopratutto nello stato arabo dove la guerra è sempre attiva. Era il 12 novembre 2003 quando a Nassiriya ci furono alcuni attacchi terroristici. Nassiriya è una città irachena, capoluogo della regione irachena di Dhi Qar, sede di importanti giacimenti petroliferi, durante la guerra d’Iraq contro le forze armate italiane partecipanti alla missione militare denominata “Operazione Antica Babilonia”, che provocarono un totale di circa 50 vittime di cui 25 italiani.
La missione italiana è iniziata il 15 luglio 2003 ed è un’operazione militare con finalità di mantenimento della pace, che ha i seguenti obiettivi: ricostruzione del “comparto sicurezza” iracheno attraverso l’assistenza per l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze, creazione e mantenimento della necessaria cornice di sicurezza, controllo del territorio e contrasto alla criminalità, polizia militare…
Il primo attentato a Nassiriya scoppiò davanti la base MSU italiana dei Carabinieri un camion cisterna pieno di esplosivo, provocando l’esplosione del deposito munizioni della base e la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili. L’attentato provoca 28 morti, tra cui 19 italiani e 9 iracheni. I caduti delle Forze Armate Italiane appartenevano a vari reparti dell’Arma dei Carabinieri Territoriale, al 13 Reggimento Carabinieri di Gorizia ed al 7º Reggimento Carabinieri “Trentino-Alto Adige” di Laives, al reggimento lagunari, alla Brigata Folgore, al 66º Reggimento fanteria aeromobile “Trieste”, al Reggimento Savoia Cavalleria, al Reggimento Trasimeno. Sono morti anche alcuni appartenenti alla Brigata Sassari che stavano scortando la troupe cinematografica di Stefano Rolla e 3 militari del 6º Reggimento Trasporti della Brigata Logistica di Proiezione, che stavano scortando il cooperatore internazionale Marco Beci.
La camera ardente fu allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano a Roma dove fu proclamato lutto nazionale e i funerali si svolsero il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte autorità dello Stato.
Oggi si ricordano e omaggiano le vittime di quell’attentato in cui morirono persone che volevano salvare il mondo dalla guerra dove ancora oggi è attivissima. Basta sangue e vittime ci vuole la libertà mondiale e la pace tra i popoli cosa impossibile ma desiderata dall’umanità.
Raffaella Nappo