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Dioussè: “Giocare nell’Empoli è stato un sogno, grazie a Sarri e la sua telefonata…”

diousse-empoliLa prima cosa che colpisce di Assane Dioussè è il sorriso, incondizionato. Sorride a chiunque e per qualsiasi cosa, sembra il tipico ragazzo che non si arrabbia mai. E poi colpiscono gli occhi, così come l’abbraccio con cui fa sembrare che vi conosciate da una vita, come fossi un fratello. Eppure a casa ne ha già altri cinque di fratelli a cui pensare (uno più grande, quattro più piccoli), ma mentre parla ti dà l’impressione di aprire le porte della sua vita. E dei suoi ricordi, senza imbarazzo. Addosso felpa e pantaloncini corti, ma lui – senegalese nato a Dakar e amante del mare – il freddo non lo sente comunque. Tra poco un altro allenamento del suo Empoli verso il derby contro la Fiorentina e lui è già pronto. Quasi sempre tra i primi, uno di quelli che a giocare si diverte per davvero. Di Dioussè colpiscono anche la voglia di scherzare e l’italiano, imparato in sei anni anche grazie a Nino La Rocca, il tutor che l’Empoli gli ha affiancato al suo arrivo. Il calciatore racconta anche un episodio che stava per diventare drammatico. sul padre. Lo ha chiamato dopo un Napoli-Empoli. Dioussè si era ripreso il centrocampo azzurro, papà Mombay la vita. Rischiava di morire annegato con la macchina in un sottovaso di Marina di Carrara, si è salvato grazie al padre di un compagno di squadra di Papi, il fratellino di 8 anni che gioca nell’Empoli e fa l’attaccante: “Mi ha telefonato, non sapevo niente. Mi ha detto che stava bene, mi ha raccontato quello che era successo mentre stava andando a prendere mio fratello. Gli faceva male solo la caviglia, ma mi ha tranquillizzato subito”. Poteva finire in tragedia, perché il nubifragio che aveva colpito la Toscana il 30 ottobre poteva togliere alla famiglia Dioussè il suo riferimento. C’è anche un retroscena su Sarri: “Con lui è arrivata la telefonata più bella. Mi ha portato lui qui all’Empoli, per me era un sogno. Posso solo dirgli grazie, quando mi chiamò fu bello, bello, bellissimo”.

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