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Fassone: “Il mio Napoli deve crederci, amo la città e ringrazierò sempre De Laurentiis…”

fassoneL’ex direttore generale del Napoli, Marco Fassone, è intervenuto nel corso della trasmissione Radio Goal in onda su Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato: “Il Napoli deve continuare a crederci, smettere sarebbe un disastro. Essere lì a tre punti dalla Juventus dopo 27 gare è già di per sè un’impresa, ma non può mollare la presa, sperando anche in un passo falso dei bianconeri. Gli azzurri hanno lasciato dietro di loro squadre che quest’estate hanno investito molto di più nel mercato. Quanto conta l’abitudine a vincere? Molto, basti pensare all’inizio della Juve ed al fatto che, dopo il periodo buio, abbiano vinto quindici gare di fila. Il Napoli, comunque, è una delle società più importanti del nostro calcio: sono sei anni che, sistematicamente, se la gioca per le prime piazze ed ha anche portato a casa qualche trofeo. Allegri? Capisco che si arrabbi se Sarri fa il paragone dei bilanci della squadra, lui fa l’allenatore ed ovviamente non vuole veder sminuito il suo lavoro che è ottimo, ma è anche un dato di fatto che se hai più soldi affronti diversamente mercato ed allestimento della rosa. Il Napoli, in quanto a valore economico, è la quinta rosa della Serie A ma sta lottando per i primi due posti, evidentemente società e staff tecnico stanno compiendo un capolavoro. I progetti di De Laurentiis? Con me non ha più parlato di progetti, ma la sua bellezza è che riesce sempre a sorprenderti. Ha fatto una cosa bellissima, riportato una piazza come Napoli stabilmente ai vertici del calcio italiano, non una toccata e fuga. Ora conosce bene questo mondo, chissà che ora che è più addentrato non possa proporre qualche idea delle sue. In che ambito? Stadio e settore giovanile sono i punti che più gli stanno a cuore. La Campania è un ottimo serbatoio di talenti che, però, spesso emigrano a Nord e lui vuole tenerseli stretti. Perchè lo stadio a Napoli non si riesce a fare? Nei dettagli non lo so, per quello che ho vissuto però c’è bisogno di una perfetta alchimia tra amministrazione e società. Anche a Torino il processo è stato lungo: la negoziazione iniziò nel ’98 e lo Stadium è stato inaugurato nel 2011 dopo tanti problemi burocratici con le varie amministrazioni e la ‘minaccia’ di portare lo stadio in Provincia. Io ed il Napoli? Amo questa città e ringrazierò sempre il Presidente per avermi dato questa chance, sono stati due anni molto belli, ricordo ancora quella partita col Chelsea e la grande amarezza che ne conseguì. Se posso tornare? In questo momento non credo De Laurentiis voglia modificare la struttura organizzativa della società, ma in futuro, se mi dovesse chiamare, tornerei sempre volentieri. Thoir e De Laurentiis? Se escludiamo il lato calcistico, da un punto di vista imprenditoriale e delle idee si somigliano molto. La Superlega Europea? E’ possibile, è un tema che nell’ultimo anno è tornato sulle scrivanie dei grandi club, dopo il 2018 le competizioni potrebbero cambiare in favore dei grandi club europei che non riescono a partecipare alla Champions. E’ giusto che i grandi club lavorino ad una competizione alternativa. Con la nomina di Infantino ancora non sono chiare le strategie della Uefa”.