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Maurizio Sarri: “A Napoli si respira calcio”

Il tecnico del Napoli ha parlato dal palco dove ha ritirato il Trofeo Maestrelli. Ecco le sue parole: “Nella testa dei ragazzi ci deve essere solo la voglia di far meglio dello scorso anno. Se io in questo momento sono l’allenatore che mostra coraggio e la voglia di esprimere determinate idee, lo devo solo all’ambiente Empoli. Li ti insegnano a non aver paura di nessuno e non hanno paura di perdere. Ti fanno crescere tantissimo. Per lo scudetto facciamo il possibile. Record di punti il primo anno e poi nonostante abbiano pagato la clausola rescissoria di Higuaìn, abbiamo totalizzato 86 punti. Adesso stiamo a  73 punti e dovremo solo pensare a farne 87. Ora dovremo vivere pensando partita dopo partita in maniera folle, senza avere la testa pesante se no non avremo nessuna possibilità. Il Ds Carli lo sa bene. Ho ricevuto una telefonata da Galliani  e lui mi disse che dovevo parlare. Ci ho riparlato la seconda volta e lui mi disse che mancava solo il benestare di Berlusconi e sarei diventato il nuovo allenatore del Milan, non è stato così ma sono stato contento lo stesso perché ho potuto conoscere una persona straordinaria come il dottor Galliani. Poi ho parlato con Carli per dirgli che dopo questa storia non avevo comunque le motivazioni per restare ad Empoli. Per me è abituale arrivare in sordina, vengo dal mondo dei dilettanti e ho vinto almeno in ogni categoria e ogni anno mi trovavo davanti una situazione di scetticismo. Forse questa è una condizione che mi fa rendere al massimo”.

Poi il tecnico del Napoli è salito sul premio per ricevere il premio. Ecco le sue dichiarazioni: “I casi della vita sono incredibili. Sono nato ad 800 metri del San Paolo. Da bambino ero tifoso del Napoli e credevo che ognuno dovesse fare il tifo per la squadra della città dove è nato. Gli zii erano tutti tifosi della Fiorentina e mi hanno trascinato a vedere la viola. Poi dopo i 50 anni sono arrivato ad allenare il Napoli, un’esperienza che auguro a tutti i tecnici che lavorano con  cuore e anima perché è un’ avventura forte, forse irrepetibile in altre parti d’ Italia e nel mondo. Si respira calcio, si vive di calcio, l’umore e il meteo alcune volte dipendono da cosa abbia fatto il Napoli. E’ coinvolgente, unico”.

Ecco quanto dichiarato al Corriere Dello Sport: “Io so che alla viglia di pasqua affronteremo il Sassuolo, poi fra tre o quattro giornate in vista dello scontro diretto con la Juventus darò un’occhiata al calendario. Noi come i bianconeri non dovremo avvertire nessuna pressione, ma non riesco ancora ad immedesimarmi nell’inconscio dei ragazzi. Io ho un contratto con il Napoli e pure la clausola conta poco e non ci do peso. Invece è importante ciò che ha fatto il pubblico per l’attaccamento a me. Queste manifestazioni ti fanno sentire in debito. Qui ci sta un rapporto che va oltre l’immaginazione. Se sarò nelle condizioni giuste per ricambiare tutto questo affetto, allora il contratto sarà un falso problema, se no dovrò fare un passo indietro. Qualche volta basta l’1% per compiere l’impresa. Il ciclo aperto per me significa avere la certezza di lavorare ancora con un gruppo per dare continuità al progetto. però so bene che per certe cifre che circolano sul mercato, è complicato tenere i giocatori. Astori doveva venire da noi, ma disse che c’erano stati alcuni problemi con i diritti di immagine. Lui mi spiegò i motivi, venne a trovarmi pure nello spogliatoio e parlammo cinque minuti, mi ha dato sempre l’impressione di un ragazzo stellare”.

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Claudio Gervasio nato a Napoli. Ha conseguito il diploma di Liceo Lingustico, la laurea in scienze della Comunicazione all'Unisob con master di Scienze Investigative Criminologiche e politiche della Sicurezza. Appassionato di giornalismo, è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24