Home Senza categoria Lorenzo Insigne: “Volevo smettere con il calcio giocato, poi è uscito fuori...

Lorenzo Insigne: “Volevo smettere con il calcio giocato, poi è uscito fuori il Napoli che mi ha dato una possibilità”

L’attaccante del Napoli Lorenzo Insigne ha rilasciato un’intervista ai microfoni di The Players’ Tribune. Ecco le sue dichiarazioni: “Prima di iniziare questo racconto devo chiedere perdono a Dio e poi a mio padre. Come Dio intendo Diego Armando Maradona. Ad otto anni ho commesso un peccato. Dovete sapere che quando sei bambino crescere a Napoli è complicato. Io a otto anni ero bassino, giocavo nella scuola calcio e desideravo tanto avere delle scarpe da gioco. Io a quella scuola non potevo nemmeno starci perché ero troppo piccolino. Io però volevo giocare a tutti i costi e quando accompagnai mio fratello maggiore per un provino mi misi a piangere, fino a quando un allenatore non mi fece giocare.  Io pensavo che l’avesse fatto per compassione, invece quella fu una possibilità da sfruttare giocando con dei ragazzi più grandi. Però io ripetevo sempre a mio padre che volevo delle scarpe da calcio ma c’erano due problemi. A Frattamaggiore all’epoca era un posto dove praticamente non c’era nulla e la mia famiglia visto che non lavorava, non poteva permettersi il pagamento di scarpe così costose. Volevo le scarpe di  Ronaldo quelle R9 che indossò al Mondiale di Francia 98 di colore argento blù e giallo. Probabilmente mio padre mi avrebbe strozzato perché era cresciuto nel mito di Maradona e Ronaldo giocava nell’Inter.

A Napoli Diego era considerato come se fosse un Dio, io sono cresciuto nel suo mito e ovviamente faceva parte della grandezza Mondiale. Mio padre voleva che comprassi le sue scarpe, ma io non essendo nato nella sua epoca rispondevo che volevo quella di Ronaldo perché per me lui era il migliore. Un giorno mio padre disse andiamo a comprarle e girammo cinque negozi e le trovammo quasi alla chiusura passeggiai pure assieme a mio fratello. Quando mi chiamò per questo fatto provai grande emozione, non sapendo però come fosse riuscito a racimolare i soldi. Sono sicuro che questo ricordo resterà nella mia testa per tutta la vita. Ora è un po’ buffo che da calciatore professionista ricevo le scarpette gratis. Quando ero piccolo ero talmente contento di avere le scarpe di Ronaldo che mi chiedevo se potessi diventare bravo quanto lui. Le pulivo quando tornavo a casa con molta cura con lo strofinaccio perché sapevo quanti sacrifici avesse fatto la mia famiglia per comprarmele. Le indossai così a lungo che erano uscite nei negozi perché non le producevano più. Il giorno che si ruppero e non le potevo più aggiustare, ho pianto a  dirotto perché per me erano sacre. Mia madre diceva che dovevo giocare con i Lego così come facevano tutti i miei coetanei . Lei non capiva cosa stessi facendo nella mia stanza, poi si avvicinò e vide che avevo costruito una piccola palla da calcio  con la carta straccia con la quale giocavo da solo. Probabilmente con quella carta avrei dovuto fare i compiti, ma il calcio era il mio unico pensiero e forse era destino che succedesse.

Il mio sogno era sempre quello di vestire la maglia azzurra al San Paolo e non pensavo ad altri sport. Quando indosso la maglia azzurra al San Paolo mi viene la pelle d’oca, perché ripenso ai sacrifici che ha fatto la mia famiglia. Poi provo pure i brividi perché in questo club ha giocato il più grande giocatore della storia del calcio Diego Armando Maradona. L’obiettivo stagionale è la vittoria del primo scudetto della mia vita. Voglio raggiungerlo per la città, per il mio quartiere, per i tifosi , per i miei amici e per la mia famiglia. Questa città ha bisogno di vincere, ho fatto tanti sacrifici per poter realizzare questo sogno. Mi ha fatto molto male perdere il Mondiale con l’ Italia, però adesso sono focalizzato solo sul mio club. Quando facevo i provini con le giovanili mi scartavano dicendomi che ero bravo, ma bassino. Così quando andavo a dormire speravo che la mattina seguente mi alzassi con la mia statura che cresceva. Questo successe con l’ Inter e il Torino. Dopo che mi scartò il Toro dissi a mio padre che gioco a fare a calcio? Lui rispose dicendomi e poi cosa farai nella vita? Cosi ho detto merda ci ho pensato e ho continuato a giocare a calcio nella scuola calcio  Grumo Nevano e alla fine a 15 anni il Napoli mi ha dato un’ altra possibilità. C’erano tantissimi ragazzini, ma qualche osservatore del club azzurro ha visto qualcosa in me e mi ha scelto. E’ stato incredibile quando sono entrato nelle giovanili la famiglia era molto tifosa del Napoli, ma quando ero piccolino non potevamo andare a vedere molti match. Così quando ero nelle giovanili chiedevo sempre di poter fare il raccattapalle al San Paolo per assistere ai match da bordocampo. La mia prima partita con la squadra azzurra è stata giocata a Livorno. Tornammo con l’aereo e mi venne a prendere mio padre all’aeroporto. Gli chiesi se qualcuno nel mio quartiere mi stesse aspettando e lui rispose di no che dormivano tutti. Quando tornammo mi accolsero con i fuochi d’artificio, con la musica e con una gigantesca torta che mi attendeva. La cosa più bella fu vedere il viso di mia mamma piena di gioia più di ogni ragazzo. Il Napoli è nel nostro sangue. Inosso questa maglia da sei anni e provo ancora la stessa emozione quando vado in rete. Significa molto per me, sono orgoglioso di rappresentare la mia città. Sento persone dire tante cattiverie discriminatorie verso la città e per me ciò è frustante. Napoli è la città più bella del Mondo. Abbiamo il sole, il mare e si mangia bene. Se non mi credete, chiedete ai miei compagni di squadra. Magari qualcuno arriva con timore, ma poi si innamorano e decidono di restare qui. Il nostro capitano Marek Hamsik è qui da 11 anni ed è slovacco.

Zeman chiedeva tanto e ci faceva lavorare in maniera intensa. Con lui l’impatto è stato divertente. Tutte le mattine ci faceva pesare su una vecchia bilancia di metallo. Zeman fumava tanto come una ciminiera. Un girono sono entrato e gli ho chiesto: “Mister quando entriamo puoi smettere di”?E lui ci ha pensato un attimo rispondendomi: “Allora puoi anche uscire”. Gli voglio molto bene, lo ringrazierò per sempre”.

Ecco il video della SSC Napoli: “When scouts discarded Lorenzo Insigne because of his height, his dream to play for SSC Napoli only grew stronger. His story: “.

Articolo precedenteEmiliano Mondonico: “La squadra azzurra potrebbe ancora qualificarsi al prossimo turno d’Europa League”
Articolo successivoCiro Venerato: “Sono in arrivo i rinnovi del contratto di Allan e Chiriches”
Claudio Gervasio nato a Napoli. Ha conseguito il diploma di Liceo Lingustico, la laurea in scienze della Comunicazione all'Unisob con master di Scienze Investigative Criminologiche e politiche della Sicurezza. Appassionato di giornalismo, è un collaboratore spontaneo di MundoNapoliSport24